Franco Berton, Il tempio dello spirito

Da Narcyso
24 febbraio 2014

Adriana Gloria Marigo
Franco Berton, IL TEMPIO DELLO SPIRITO, Immaginario sonoro 2013

Recentemente, mentre leggevo IL TEMPIO DELLO SPIRITO di Franco Berton, edizioni IMMAGINARIO SONORO, 2013 cercando di entrare il più possibile entro la materia della poesia che il poeta ci presenta pervasa del sacro nella quotidiana distribuzione dell’agire in un tempo storico non ben precisato ma che lascia intendere un percorso attraverso i secoli mantenendo anche nel presente una vaga arcaicità, avvertendo la stretta unione della parola, del verso con il tema complesso del libro, mi circondava una domanda e, come in soccorso, ho incontrato la riflessione che poneva lo stesso interrogativo: “Il nostro Spirito si rende o si arrende alla parola?” (Leopoldo Costabile) trovandovi la risposta a una delle possibili letture dell’opera.

Il titolo della raccolta, che si presenta come un prosimetro entro il quale insiste un ritmo finissimo fatto di consonanze, equilibri tra parole d’uso comune e altre desuete, frammentazioni di certi termini da ricordare il passo incespicato o la lallazione, fa sapere da subito che siamo davanti a uno scenario in cui insiste la presenza e del sacro e del divino: “Il tempio” è il luogo contemporaneamente fisico e metafisico in cui lo “spirito” può manifestarsi nella sua pienezza, pervadere ogni cosa della sua materia sottile senza principio né fine, sovratemporale. Il tempio che il poeta nomina è il valore simbolico sia del luogo sacro, sia dell’essere umano, sia della parola e quest’ultima in quanto “logos” nella sua estensione sia al dire sia all’udire. E’ in questo ricettacolo che lo spirito si rende e si arrende alla parola, investendola del soffio sacro che le imprime ragione d’essere, causa, racconto.

Oltre la soglia del titolo il libro si presenta di tre sezioni che risolvono la visione dell’insieme come una trilogia o una suite in cui alle parole si susseguono i disegni del poeta – Paulus, Il tempio dello spirito, Gli uomini grigi –, il quale lega le diverse vicende, la temporalità e i luoghi differenti con lo stesso connotato che – dalla solitudine devozionale e compassionevole di un monaco deforme invocante come in una  apertura di poema epico “Concedi, Signore, che io sia fiore con radici nella terra,/ cosicché possa cogliere l’errore e scriverTi con umiltà./, alla vita solitaria di abnegazione, disciplina, cura di un bibliotecario che può dire “Non credevo, Signore, di poterTi toccare./, fino agli “uomini grigi” per minorazione fisica e destinati alla tenacia poiché “Il nostro canto è così intenso che Dio ci ascolta/ e non ci lascia soli” –  consiste nell’uso eccellente del termine raffinato, spesso colto, testimonianza di studio appassionato di differenti saperi, consapevole che la parola è sempre epifenomeno e nel senso che  trascina con sé rivela un bene messo in comune, affinché venga condiviso.

In virtù di questa numinosità che la parola porta in sé e consegna a chi la pronuncia e l’ascolta, Berton ci offre il suono e il senso altissimo dell’invocazione aramaica “Maran Atà”, così che noi possiamo dire con Emil Brunner: “La più grande tragedia dell’uomo è la disperazione, cioè la situazione di chi non ha più speranze. Si è nella disperazione quando manca la certezza del “Dio che viene”.

 ***

Nota biobibliografica di Franco Berton
Scrive fin dall’adolescenza, ma solo durante gli studi classici all’Università di Padova forgia una sua poetica originale alla luce della Fenomenologia dell’Arte di Carlo Diano. È autore di raccolte di poesie, racconti e brani per reading. È lettore di pagine proprie e altrui in vari contesti (scuole, biblioteche, chiese e siti monumentali). Da oltre un decennio partecipa come lettore ai Reading Canoviani della Gipsoteca di Possagno (TV). Cura la presentazione di pittori e narratori. E percorre tratti del suo viaggio creativo con il centro di ricerca artistica Immaginario Sonoro.
Considera la difesa e la promozione del pensiero creativo e critico un imperativo categorico.
Oggi concepisce i suoi testi per la lettura a voce alta: testi densi di interrogativi e impegnativi nell’ascolto, spesso provocatori. Le parole ci chiamano con durezza a riflettere sull’esistenza, non ammettono distrazioni e lasciano spesso la bocca amara della disillusione

Pubblicazioni
“Il Tempio dello Spirito” – CD audio: lettura polifonica e musiche,
edizione Immaginario Sonoro (in via di pubblicazione)

“Il Tempio dello Spirito” (2013) – trilogia: Paulus, Il Tempio dello Spirito,
Gli uomini grigi, edizioni Immaginario Sonoro. Il libro »

“Amor che in Cerchio Gira” (2010) – opera poetica ideata per la recitazione
alla Tomba Monumentale Brion di Carlo Scarpa (San Vito di Altivole, TV)

“Kel-brunna – Sorgente di Valle Oscura” (2008) – raccolta di racconti brevi

“I Piedi del Cielo – Viaggio di un Contemporaneo fra le Leggende della Sua Terra”
(1993) – raccolta di racconti

“Fra Terra e Cielo” (1982) – raccolta di poesie, riproposta in lingua inglese
dalla Charles Sturt University, Riverina, Wagga Wagga, Australia (1995)


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :