Franco Califano ci lascia oggi 30 marzo 2013 all’età di 74 anni nella casa di Acilia. Tutti voi di certo saprete della morte di Enzo Jannacci, avvenuta ieri a Milano dopo una lunga malattia, ed ecco che poche ore fa ci saluta anche Franco Califano.
La musica italiana si trova così in doppio lutto, la malattia ha stroncato entrambi, la mortalità dell’essere umano deve essere accettata. Ci resta l’immortalità dell’arte ed in questi due casi della musica.
Franco Califano, noto anche come Er Califfo nasce a Tripoli il 14 settembre del 1938, e si spegne ad Acilia in provincia di Roma. Cantautore, poeta ed attore italiano ha sempre fatto parlare di se per la sua carica esplosiva ed il suo carattere tuonante.
Autore di brani indimenticabili scritti anche per Mia Martini (`Minuetto´), Ornella Vanoni (`La musica infinita´,’ Una ragione in più), Peppino di Capri (`Un grande amore e niente più, che vince il Festival di sanremo nel 1973), ma anche per Edoardo Vianello e Wilma Goich, Mina e Loretta Giggi, che porta al successo le sue ´Notti d’agosto’.
Una vita svolta negli eccessi che hanno caratterizzato la sua arte, è noto infatti che l’album “Impronte digitali” sia nato dopo la reclusione in carcere nel 1970 per accuse di possesso di stupefacenti, assolto successivamente con formula piena.
Gli amici del cantante commentano con cordoglio la scomparsa inattesa, anche perché seppur malato Califano ha continuato con la sua carriera, infatti è del 18 marzo l’ultima sua esibizione a Roma nel Teatro Sistina.
Rosario Fiorello: “Questa notizia di Franco mi ha lasciato basito, senza parole. Ieri Enzo Iannacci, oggi Franco Califano: una Pasqua da dimenticare per noi che facciamo questo mestiere. Sono due persone inimitabili, due artisti unici. Ma con Califano eravamo anche molto amici, ci volevamo proprio bene”.
Paolo Bonolis: “Mi dispiace profondamente. Credo che non abbia terminato così come aveva iniziato. Credo che l’epilogo non sia stato all’altezza di come aveva iniziato: ha vissuto come un grandeur ma gli ultimi anni sono stati molto pesanti per lui. Quando l’ho frequentato ho capito che era un uomo di cuore. Ma ha vissuto oltre i limiti e questo non ti viene mai perdonato. Se non metti la divisa della persona perbene vieni additato a volte anche oltre il lecito. Credo che questa morte sia un sollievo per lui.”
Enrico Giarretta: “Il Maestro stava per partire per un ‘mini tour’ con accompagnamento di pianoforte, batteria, chitarra e contrabbasso. Era entusiasta di questa nuova avventura. Avremmo dovuto suonare il 4 aprile a Porto Recanati e, pochi giorni dopo, avevamo un appuntamento in sala di incisione ad Avezzano. Stasera, all’improvviso, la notizia della sua morte. Siamo tutti increduli. Si è chiuso per noi un’era.”
Fonte
Leggo.it
La Stampa