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Franco Cavallone, le Sonate per chitarra /1

Creato il 17 settembre 2014 da Cristiano Porqueddu @Cristiano195

Franco-Cavallone-Sonate

Perché scrivere una sonata per chitarra, anzi  quattro, al limitare del XX secolo?

La risposta la si può percepire ascoltando le  Sonate che Franco Cavallone ha dedicato a  questo strumento, riversando nella bellezza  della scrittura chitarristica una forma tanto  blasonata quanto apparentemente fuori dai  tempi massimi.  Tuttavia nella letteratura chitarristica il  tempo non ha seguito una linea coeva a quella  di altre esperienze strumentali, ne è  testimonianza il cospicuo numero di lavori che  nel XX secolo ha adottato questa forma, con  risultati che paiono dispiegarsi su un  immaginario ventaglio aperto a soluzioni  diversissime, una sorta di Cerebro multiforme  in grado di far germogliare perle  contraddittorie impossibili da incasellare  nelle solite quanto trite casistiche  estetiche. Le Sonate di Cavallone parlano una lingua  notturna e segretamente misterica, dove il  peso specifico della materia musicale si  espleta in soluzioni di scrittura  apparentemente tradizionali, che strizzano  l’occhio a precedenti sedimentati nella  coscienza musicale collettiva, attraverso un  sapiente riuso di quanto nell’ambito della  scrittura chitarristica è stato testimoniato.

La Sonata n. 1 si apre con un primo tempo che  pare guardare al fantasma di Ponce attraverso  una lente distorta, che ne modifica i  lineamenti in chiave espressionista Fiori  colorati e velenosi sbocciano nel secondo  tempo per esplodere in un finale di episodi  frammentati e determinatissimi nel dichiarare  le proprie ascendenze.

La Sonata n. 2 si disvela con un primo tempo  di memoria quasi tarreghiana, una Lagrima  filtrata da esperienze raveliane, per poi  giungere ad un secondo tempo come sprettro di  romanza, incalzante il finale nei suoi feux  d’artifice.

Nessuna concessione epidermica nella Sonata n.  3, tre tempi che scavano nella coscienza  profonda, sequela di reminiscenze  fantasmatiche, ne stia alla larga chi pensa  che la chitarra non sia in grado di palesarsi  in un universo drammatico e altrettanto faccia  chi nelle sei corde non riconosce il volto  poco rassicurante volto di spettri e demoni  della memoria.

Materiale da maneggiare con cura anche per la  Sonata 4, che pare ribadire una volta di più  le ormai astratte coordinate che musicalmente  ne sono alla mutiforme base. Respiro cosmico risvestito di inquietudini  assolutamente contemporanee. Quattro lavori che dovrebbero essere parte  fondante del mazzo di carte da giocare nei  tempi a venire.

Superlativa l’interpretazione di Cristiano  Porqueddu, un artista a cui evidentemente, e  per fortuna, non interessano le mezze misure. Supportato da una presa sonora tanto scarna  quanto efficace, lontana dai clichè di una  chitarra fintamente evocativa.

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I Dodici Studi in quattro sonate di Franco Cavallone sono editi da Sinfonica.
Link per l’acquisto online > www.sinfonica.com/italian/per_id.php?id=195

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Prima registrazione assoluta delle quattro Sonate di Franco Cavallone contenuta nel cofanetto “Novecento Guitar Sonatas” distribuito da Brilliant Classics.

Qui il III movimento della Sonata III.

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