Un libro intervista che ognuno, anche i non addetti ai lavori, dovrebbe leggere almeno una volta. Franco Corleone, Alessandro Margara, Eligio Resta e Stefano Anastasia discorrono del tema giustizia secondo una visione unitaria, lontana dal considerarla solo come aspetto normativo, come materia squisitamente giuridica o come oggetto di studio esclusivo degli esperti. Giustizia e carceri interessano tutti e principalmente i cittadini. Partire dall’istruzione, dall’ambiente, dalle questioni della tossicodipendenza, dal concetto di cultura in senso allargato. Ciò che colpisce è che è stato scritto nel lontano 2001. Sono trascorsi 11 anni e gli argomenti sono sempre ancora lì sul tavolo. L’unica differenza è che allora se ne parlava, era argomento di discussione, di scontro, dove ognuno poteva evidenziare la propria linea di pensiero. Oggi invece non se ne parla più perché se ne parla troppo nel tentativo di ricercare delle formule valide che essendo mal concepite sono difficilmente realizzabili. La giustizia non è nemmeno più argomento e terreno di scontro in quanto divenuto quasi un interesse “a latere”. Mi piacerebbe intervistare Alessandro Margara e Franco Corleone per chiedere loro cosa è accaduto, come mai la società si è arrestata, come può essere interpretato il dato carcerario odierno oltre che come effetto perverso di un arzigolato meccanismo giudiziario e il risultato di involuzione culturale. Cosa proporrebbero oltre l’incentivazione delle misure alternative alla detenzione, cosa ne pensano della relazione Giostra da poco pubblicata. Ma più di tutto mi piacerebbe chiedere se secondo loro, oggi non sarebbe auspicabile un’osservazione della personalità mediante una formulazione trattamentale individualizzata già in fase processual cognitiva (di concerto con la valutazione dell’art 133 c.p.) evitando così un’inutile regime detentivo che diventerebbe tale solo in presenza di una volontaria inadempienza al programma/misura stabilito. In questo modo si potrebbe integrare parte della magistratura di sorveglianza nella fase processuale come anche il contributo di addetti funzionari del penitenziario. Futuristica visione del non ingresso per taluni reati?
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