Domenica 11 marzo 2012 ha subito presso la Grotta Skamperlova (già Grotta Stoikovic, 164 VG) presso Sesana un infortunio che gli è costata la vita precipitando nel pozzo d’ingresso profondo 60 mt dopo aver eseguito l’armo con una corda nuova da 9 mm.
In una qualsiasi domenica di marzo, durante una tranquilla escursione speleologica, Franco Tiralongo ci ha lasciati. Forse una manovra sbagliata, ma purtroppo nella nostra attività, come in altre, l’errore umano non ci è concesso. E per Franco è stato fatale.
Da subito stanno arrivando parole di conforto e di condoglianze da ogni parte d’Italia, da amici lontani, ma anche da chi non lo ha conosciuto.
In un momento così drammatico sentire quante persone ci sono vicine aiuta ad affrontare il dolore. Anche in questa occasione il mondo della speleologia ha dimostrato di essere speciale.
Vogliamo perciò ringraziare, assieme anche alla moglie Franca, tutti coloro che in qualche modo hanno dimostrato il loro affetto. Primi fra tutti i volontari del Soccorso Speleologico Sloveno e quelli del nostro CNSAS che hanno cercato di fare l’impossibile con professionalità e generosità.
Per ricordarlo:
Nato a Trieste nel 1939, figlio di un pugile. Nella metà degli anni ’50 del secolo scorso iniziò ad andare in grotta con il Gruppo Triestino Speleologi, con cui nel 1955 partecipò alla spedizione all’abisso Gaché (Piemonte), spedizione funestata dalla morte del giovanissimo grottista Lucio Mersi (precipitato durante una manovra nel pozzo di 130 metri). Assolti gli studi ha frequentato la Scuola di danza Classica ed in seguito ha affrontato la carriera di ballerino che lo ha portato, come primo ballerino, in giro per l’Italia e per il mondo. In questa veste ha operato nel 1962/1963 presso il Theater der Stadt di Bonn; quasi tutti gli enti lirici italiani lo hanno visto sul loro palco, ed in particolare con la compagnia di Carla Fracci, ballerina che ha voluto ricordare nel 1998 con una mostra fotografica nella sala dell’Albo Pretorio di Trieste.
Appassionato fotografo ha allestito mostre al Teatro Comunale di Bologna (1975: Perché Carla Fracci), alla Stazione Marittima di Trieste (1994: Il pugilato nel Friuli Venezia Giulia), a Monfalcone (1995), a Pordenone (1995), a Trieste (1997: Sessant’anni di pugilato nel Friuli Venezia Giulia; 1998: Carla Fracci. Sala Albo Pretorio; 2000: Carso Underground; 2001: Pala e Picon 1947-1952) per non parlare che di alcune.
Il lavoro itinerante di ballerino lo portò lontano da Trieste e dalle grotte del Carso, da lui tanto amate; posto in quiescenza per raggiunti limiti di età nel 1984, dopo un’ultima rappresentazione al Teatro Comunale di Bologna, riprese la sua attività speleo, dapprima con il Gruppo Speleologico San Giusto e quindi dal 1989 con a Commissione Grotte Eugenio Boegan della Società Alpina delle Giulie.
Andava in grotta perché amava il Carso sotterraneo che fermava in meravigliose foto: per oltre quindici anni è sceso nelle più belle grotte del Carso triestino e sloveno portando alla luce del sole le meraviglie nascoste del nostro altopiano. Molte di queste foto sono state utilizzate per varie mostre (al Centro Commerciale il Giulia, a Monrupino, a Opicina ecc.) e per illustrare alcuni libri (uno fra tutti: Toponomastica delle grotte della Venezia Giulia), ha collaborato con il Museo Civico di Storia Naturale, con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste, con altri enti minori; negli anni 1994-1997 è stato direttore di redazione della prestigiosa rivista speleologica “Progressione”, cui ha dato un’impronta artistica personale.
Gli amici della Commissione Grotte “E. Boegan”