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Francofonia

Creato il 20 dicembre 2015 da Kelvin
FRANCOFONIA(id.)
di Alexandr Sokurov (Russia/Francia, 2015)
con Louis-Do de Lencquesaing, Benjamin Utzerath, Vincent Nemeth
durata: 87 minuti

L'inizio è spiazzante: un regista (anzi, il regista: lo stesso Sokurov) parla via radio con il comandante di una nave in mezzo a un mare in tempesta. Quella nave trasporta opere d'arte, e l'immortalità dell'arte stessa è in balia delle onde. "Che cosa saremmo senza i musei?" ci si chiede, che ne sarebbe dell'umanità se non riuscissimo a preservare l'Arte e la Storia? Così, dietro quei titoli di testa (che in realtà sono di coda, volutamente per destabilizzare e "liberare" lo spettatore da ogni vincolo che possa occludere la sua mente) inizia un viaggio sublime, raccontato attraverso sogni e immagini, sull'essenza della cultura e la fragilità di un mondo circondato dalla barbarie, che può essere evitata solo tenendo vivo il nostro desiderio di conoscenza...
FRANCOFONIAFrancofonia, il nuovo lavoro del grande maestro Alexandr Sokurov, è un oggetto filmico tanto inclassificabile quanto incredibilmente affascinante: un'esperienza visiva lunga 87 minuti, tra spezzoni di documentario, personaggi di fantasia, immagini di repertorio, dialoghi surreali e lezioni di storia dell'arte. Stavolta il luogo deputato è il Louvre, il museo più famoso al mondo, preso ad emblema della civiltà e simbolo da difendere a tutti i costi, soprattutto dalla stupidità umana. Così, succede che la macchina del tempo ci riporta negli anni dell'occupazione nazista, quando il direttore del museo e il comandante delle truppe tedesche strinsero segretamente un patto per salvare il Louvre dalle bombe. In quelle sale, poi, troveremo una giovane donna chiamata Marianne (cioè la Francia stessa) farci da guida e illustrarci i tanti capolavori in esse contenuti, incontrando personaggi celebri e influenti: tra loro non poteva certo mancare un certo Napoleone Bonaparte a rivendicare orgoglioso la provenienza di quelle opere, molte delle quali "razziate" durante le sue frequenti campagne militari.
FRANCOFONIAMarianne e Napoleone, ovvero democrazia e dittatura, l'una conseguenza dell'altra. In pratica, due facce di una stessa medaglia che ci invitano, provocatoriamente, a considerare quanto sia labile il confine tra giusto e sbagliato: l'arte è l'estremo baluardo contro la tirannia e l'oppressione, ma senza tirannia e oppressione oggi probabilmente non avremmo potuto godere di quei capolavori, rubati ai loro possessori e confinati dentro un museo, dove paradossalmente hanno raggiunto la salvezza. E' una splendida allegoria storica che celebra l'istinto di auto-conservazione della Cultura, che spesso trae giovamento proprio dalle pagine più drammatiche della sua storia.
Qualche pseudo-critico a Venezia (dove il film è stato presentato) sosteneva che non fosse giusto mettere in concorso un "non-film" come questo, ritenendo opportuno dirottarlo nelle categorie collaterali. Eppure, mi permetto di dire, Francofonia è proprio l'essenza del cinema stesso: l'incontro di tutte le arti, la fusione armonica di linguaggio, immagini, musica, letteratura, pittura. Un'opera ironica, gioiosamente complessa, affascinante e armoniosa nell'insieme: una specie di "Arca francese", che sposta lo sguardo dall'Ermitage al Louvre e ci ricorda quanto, anche nei momenti più bui, la Forza dell'arte è sempre superiore alla violenza.
FRANCOFONIAFrancofonia è un piccolo gioiello da cercare e custodire durante le feste natalizie. Uscirà in poche sale per un pubblico che non è certo quello di Star Wars e dei cinepanettoni, in ossequio al luogo comune che vede l'arte come un privilegio di pochi, per gente snob e poco incline alla tolleranza. Invece è un film potenzialmente alla portata di chiunque, di tutti coloro che siano disposti a fare uno sforzo per concedersi, almeno a Natale, un tuffo nella Bellezza. Provateci.

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