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Frane, alluvioni e smottamenti: guardando impotenti all'emergenza mai risolta

Creato il 26 ottobre 2011 da Alessandro @AleTrasforini

Mentre uomini tristi e declinanti si avviano in sedi diplomatiche per cercare di rattoppare la barca che affonda, emergenze nazionali ritornano ogni anno a far sentire la loro, mai finita, presenza.  Nell'autunno impazzito ed appena iniziato torna, purtroppo, il maltempo a farla da padrone: tra Liguria e Toscana, nel giro di pochi giorni, si sono registrate situazioni tragiche ed ancora non completamente terminate.  Frane, smottamenti ed allagamenti sono solo alcuni degli imprevisti che, senza colpo ferire, in certi periodi dell'anno si trasformano in tristi cronache.  Il conto, a questo giro, conta anche dei morti. Il problema in questione è di visione talmente grande che, per essere adeguatamente affrontato, avrebbe bisogno di agende ed incontri di coordinamento tra attori esercitanti varie competenze: la messa in sicurezza del territorio fa rima, in questo caso, con l'ennesima forma di sicurezza nella società.  L'Italia è uno Stato in cui, per colpe trasversali ed estese, il dissesto idrogeologico non è un tema adeguatamente affrontato ed arginato. Eppure, nonostante tutti gli appelli alla calma, rappresenta un'emergenza con cui è indispensabile fare i conti.  Guardando ad un Report uscito a fine 2010 si scoprono infinite condizioni iniziali che, di anno in anno, ripercuotono i propri effetti sullo Stato intero.  Il Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi presentò, nell'ottobre del 2010, il dossier intitolato "Terra e Sviluppo".  Dal sito di riferimento si riportano le coordinate progettuali che hanno spinto gli organizzatori all'implementazione di un piano prospettivo e, purtroppo, anche preventivo:  "[...]prima rassegna annuale sullo stato del territorio del nostro Paese, sulla sua pianificazione e gestione, sul suo uso e consumo, sulla sua vulnerabilità, sulle risorse finanziarie impegnate e quelle da impegnare per la sua tutela, sullo stato degli interventi per il suo uso sostenibile e per la sicurezza ambientale, sulle prospettive di sviluppo.[...]" La tutela del territorio si interseca, dunque, con un'infinità di branche: dalla società all'ambiente, dalla politica alla cultura della prevenzione per citarne solo alcune.  Sono molti i punti da cui partire, per provare a migliorare la stabilità di uno Stato. In termini economici, vincolanti per i nostri tempi, è possibile chiedersi quanto costino tragedie come queste?  I calcoli sono, su temi come questi, l'emblema dell'ennesimo paradosso a cui fare fronte: si spendono cifre assurde, solamente a posteriori, per riparare a fenomeni di questo tipo.  Invece, se si fosse scelta la strada della prevenzione, le spese sarebbero state solamente iniziali e, per di più, largamente inferiori. Un articolo de "Il Fatto Quotidiano" dello scorso anno riporta, a caratteri sottovalutati, i toni dell'emergenza in questione: 10% del Paese minacciato da frane e alluvioni, oltre il 50% da terremoti.  Sono oltre 12 milioni le abitazioni a rischio terremoto, a fronte di edifici come scuole ed ospedali a largo rischio anch'essi.  Negli ultimi dieci anni, in chiave generale, lo Stato italiano ha investito circa 27 miliardi di Euro nell'assetto del territorio.  La spesa per i mancati interventi, finalizzata quindi al tamponamento delle emergenze, ammonta a circa213 miliardi di Euro. Tale cifra rappresenta, per sommi capi, quella fino ad oggi tagliata e raschiata per far fronte alle speculazioni finanziarie a cui l'intera Europa è sottoposta.  Nel mentre, soffitti delle Università italiane crollano per infiltrazioni idriche nelle pareti.  Per mettere in sicurezza l'intero territorio servirebbero, secondo cifre del Ministero dell'Ambiente, cifre prossime ai 40 miliardi di Euro. Se fossero state prese misure adeguate in tempi passati, forse, si sarebbero registrate altrettante situazioni differenti. Il report di cui sopra riporta, per temi centrali, il quadro generale sullo status quo italiano: 
  1. Popolazione e territorio;
  2. Il consumo del suolo;
  3. Il dissesto idrogeologico in Italia;
  4. Gli eventi sismici;
  5. Popolazione e patrimonio a rischio;
  6. Il territorio e i rifiuti;
  7. I costi del Rischio del non controllo;
  8. La pianificazione urbanistica e l'ambiente;
  9. Energia e territorio.
Da questo quadro generico emerge, pertanto, come le singole emergenze facciano in realtà parte di un tutto che non è (mai?,nds) stato affrontato con adeguate urgenza e premura. Nel mentre l'Italia piange e vede piangere dal cielo; il quadro del futuro rimane un'incognita, anche idrogeologicamente scrivendo.
FRANE, ALLUVIONI E SMOTTAMENTI: GUARDANDO IMPOTENTI ALL'EMERGENZA MAI RISOLTA Immagini di repertorio, ovviamente invariato
Per saperne di più: "Terra&Sviluppo", www.consiglionazionalegeologi.it  (http://www.consiglionazionalegeologi.it/cngwww/AODocumento.asp?iddoc=5648&idcat=10)

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