Magazine Cinema
Durata: 95'
La trama (con parole mie): Jon, un giovane aspirante musicista non particolarmente dotato in fase di scrittura dei pezzi, finisce casualmente per sostituire il tastierista della strampalata e stralunata band dei Soronprfbs ed essere assoldato dagli stessi per completare la registrazione di un album in un cottage in Irlanda. Convinto di passare soltanto qualche giorno accanto ai nuovi compagni di viaggio e al loro curioso leader, Frank, che indossa da sempre una maschera enorme sul volto, Jon comincerà a documentare i loro momenti di svago e con gli strumenti - improvvisati e non - tra le mani, finendo per rimanere più di un anno legato alla band.Quando, grazie a Youtube e Twitter, Jon entrerà in contatto con gli organizzatori di un Festival negli States e l'album sarà finalmente finito, i Soronprfbs e Frank dovranno fronteggiare la loro crisi più profonda: dissidi interni, i dubbi del leader e l'incompatibilità tra Jon e Clara saranno, infatti, un banco di prova ancora più duro del successo imminente.
Se avessi stilato una classifica dei film alla vigilia più temuti dal sottoscritto di quest'anno, Frank se la sarebbe giocata senza dubbio con i primi, grossi calibri da bottigliate come Under the skin o Nymphomaniac: film indie con musica alternativa come base, una vicenda molto weird e quel tipo di narrazione senza un vero e proprio filo logico tipica dell'esaltazione da radical chic impersonata da un protagonista che, probabilmente, mi verrebbe voglia di prendere a badilate sulla testona finta ad ogni piè sospinto.
Eppure, nonostante certo non si parli di un film perfettamente riuscito, il lavoro di Lenny Abrahamson è riuscito a modo suo a conquistarmi nonostante tutto ciò che è stato appena scritto: non tanto per la chiacchierata performance decisamente inusuale di Michael Fassbender, per le canzoni eseguite nel corso delle riprese dagli attori o per la particolarità di alcuni passaggi, quanto più che altro per la capacità di descrivere e coinvolgere l'audience rispetto a quella che è la vita di una band, che di fatto - in tour o nel corso della registrazione di un disco - diviene di fatto una famiglia, con tutti i pregi e gli squilibri profondi del caso.
Il percorso del protagonista Jon - interessante sfruttare, e molto bene, il suo lato di loser anche in campo artistico, quasi la voglia e la passione non fossero neanche lontanamente bilanciate dal talento - all'interno dei Soronprfbs - nome non solo perfetto, ma anche decisamente affascinante -, il progressivo affermarsi e sentirsi riconosciuto - per una volta l'utilizzo dei social network in un film non mi è parso eccessivo o pacchiano - che prelude l'inevitabile caduta e la ricerca di un nuovo stimolo, di un finale giusto - ed anche in questo caso, nonostante le critiche all'evoluzione e all'epilogo del film, mi pare che la scelta operata sia stata la migliore possibile - è coinvolgente ed allo stesso modo repellente, quasi fossimo lo stesso Jon in perenne lotta con Clara, vera e propria eminenza grigia della band - ottima la Gyllenhaal -.
Dunque, per quanto non possa certo considerare le canzoni dei Soronprfbs come dei pezzi cult - tutt'altro, a dover essere sincero - e trovare assolutamente irritante il loro modo di porsi rispetto all'arte e al mondo - la vita "oltre confine" nel capanno in cui viene registrato l'album, la parola salvezza, i confronti davvero oltre il limite del grottesco tra Frank ed i suoi ragazzi -, la sensazione che mi pare resti e divampi attraverso il confronto tra Jon ed i suoi nuovi compagni di viaggio ha avuto il grande merito di permettere al sottoscritto di fare un passo oltre, comprendendo il bisogno di questo gruppo di squilibrati artisti di cantare il proprio amore a loro modo, senza troppi giri di parole o banalizzazioni esecutive, ed il confronto degli stessi con il main charachter - Jon, non Frank, sia chiaro -, un ragazzo mosso dall'ambizione che vorrebbe veder realizzati i suoi sogni senza fare troppi conti con doti certamente non impressionanti - splendido il passaggio in apertura con il tentativo di Jon di comporre mentalmente un brano basandosi su paesaggi, persone e situazioni incrociate in strada nel tragitto fino al luogo di lavoro -.
Con più probabilità, però, la cosa che ha permesso al sottoscritto di empatizzare con Frank e Jon e, dunque, andare oltre i difetti di questo film e tutte le caratteristiche che di norma finiscono per irritarmi è che dietro quella maschera ingombrante e quella voglia irrefrenabile di comunicare che caratterizzano i due volti di questa medaglia, ci sono i tentativi artistici di tutte le persone che vorrebbero o tentano per tutta una vita di guadagnarsi l'occasione pronta a cambiare loro la vita stessa, ma che, di fatto, per colpa o per Destino, o semplicemente per qualche incongruenza di tempi ed avvenimenti, non usciranno mai dal loro piccolo angolo di periferia - pur se artistica - dimenticata da tutti, forse anche da quelli che la abitano.
Frank e Jon sono due di quei novecentonovantanove che guardano affermarsi l'uno su mille.
E non possono fare altro che lottare, e lottare, per fallire.
Ed andarsene via quando si rendono conto che è troppo tardi.
MrFord
"You're just a little boy underneath that hat
you need your nerve to hide your ego - don't come with that
you think everything is handed to you free
but it's not that easy, no."Amy Winehouse - "You know you now" -
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