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Occupy Wall Street è un movimento di contestazione pacifica nato negli Stati Uniti per denunciare gli abusi del capitalismo finanziario. La contestazione, rivolta principalmente contro le diseguaglianze economiche e sociali che si sono sviluppate soprattutto in seguito alla crisi economica mondiale (che in questi giorni si sta abbattendo furiosamente anche sulla nostra penisola), si ispira ai recenti movimenti di proteste che hanno portato al capovolgimento di alcune dittature nordafricane ed è caratterizzata da azioni di protesta dimostrative e pacifiche (tranne nel caso della manifestazione tenutasi a Roma). Questo movimento è diventato, nel corso di questo fine settimana, l'obiettivo dello sfogo di Frank Miller. Sul suo blog l'autore newyorkese ha infatti scritto una dura e inappellabile invettiva contro gli attivisti del movimento:
"Tutti sono stati troppo dannatamente educati riguardo questo nonsense:
il movimento “Occupy Wall Street” così come si è manifestato a Wall Street o nelle strade di Oakland (città che, con indicibile codardia, lo ha abbracciato) non è nient'altro che un esercizio del nostro benedetto Primo Emendamento. “Occupy” non è nient'altro che un gruppo di zotici, ladri e rapitori, una massa di persone senza regole, nostalgici dell'epoca di Woodstock e falsi, putridi giustizialisti. Questi pagliacci non possono fare altro se non danneggiare l'America.
"Occupy Wall Street" non è null'altro che un piccolo, goffo, male espresso tentativo di far dilagare l'anarchia, estendendola al "movimento" - HAH! nessun "movimento", a meno che non ci sia attaccata la parola "intestinale" - ma non è niente altro che una brutta abitudine di un branco di persone che sfoggiano i loro iPhone e iPad e il cui unico desiderio è quello di interferire con le persone che lavorano e trovare un lavoro per se stessi.
Questa non è una rivolta popolare.
Questa è spazzatura.
E la bontà è consapevole che costoro stanno spargendo la loro immondizia - sia politicamente che fisicamente - ovunque e in qualsiasi modo. Svegliatevi, feccia! L'America è in guerra contro un nemico spietato. Forse, tra un'assalto di autocompassione e tutte le vostre perle di narcisismo, nei vostri confortevoli piccoli mondi vi è capitato di ascoltare parole come Al-Quaeda e Islamismo. E questo mio nemico - e apparentemente non vostro - nell'ombra si sta godendo il vostro inutile, puerile e autodistruttivo spettacolo. In nome della decenza, perdenti, andate a casa dai vostri genitori. Tornate ad attaccarvi alla gonne delle vostre madri e a giocare con i vostri Lords Of Warcraft. O meglio ancora, arruolatevi per qualcosa di reale. Forse i nostri militari potrebbero portare qualcuno di voi fuori dall'ombra. Benché non credo che vi lasceranno portare con voi i vostri iPhones, ragazzini. Provate a diventare soldati.
Bastardi.
FM"
L'invettiva, è innegabile, rispecchia appieno la fase artistica, e personale, che sta attraversando Frank Miller; l'autore di alcune delle opere più apprezzate del fumetto statunitense negli ultimi anni ha estremizzato le sue posizioni politiche (comunque non moderate) identificando nell'Islam e in Al-Quaeda il nemico dell'America; un nemico infido e spietato, da abbattere, schiacciare e cancellare. Il manifesto programmatico di questa sua visione del mondo, dell'America e dei suoi nemici è la sua ultima opera (Holy Terror, di cui ho ampiamente parlato nelle settimane passate). Di certo le posizioni assunte da Miller e la sua scarsa volontà di mediazione e moderazione non lo stanno rendendo "simpatico"; già tra i frequentatori del suo blog sono in molti a non condividerne le posizioni e il suo cieco sentimento di odio per un il nemico.