4 dicembre 2013 Lascia un commento
Si tratta in realta’ di due documentari per la televisione, distinti ma come e’ ovvio complementari nella definizione del personaggio Frank Zappa.
La prima parte piu’ biografica, e’ un (troppo) veloce excursus all’interno della vita breve ma inverosimilmente densa come fu quella del musicista di Baltimora.
La seconda parte, la piu’ interessante, si concentra invece sulle interviste di colleghi e amici del musicista scomparso ripercorrendo la sua carriera senza un ordine cronologico ma privilegiando il flusso di ricordi comuni e le esperienze onstage.
Raccontare l’artista in due ore, lunghezza complessiva delle due parti non e’ possibile, non ne basterebbero 20, forse neppure 200 e del resto Scheffer che ricordiamo per la decennale esperienza in documentari su musicisti e alla sua terza prova sempre su Zappa, non tenta in fondo neppure di spiegare piu’ di tanto la sua vita, limitandosi ad accenni appena collocati nel tempo nella pretesa che lo spettatore conosca cio’ di cui si sta parlando.
Prodotto ben confezionato, si tocca con mano l’esperienza del regista che non si limita ad assemblare spezzoni ma crea un veloce tappeto sul quale transitano i grandi nomi che hanno lavorato con Zappa nel decennio magico 1967 – 1977. Vedere e rivedere Terry Bozzio in azione, ascoltare la commovente testimonianza di Steve Vai, divertirsi coi ricordi di George Duke (scomparso quest’anno) e chinare rispettosamente il capo innanzi a Pierre Boulez e’ soltanto una frazione del bel documentario. Non so se vi sara’ una distribuzione ufficiale ma nel caso, se gia’ si conosce Zappa, vale la pena rivedere, ripensare ma soprattutto riascoltare.