La trama (con parole mie): il giovane Victor Frankenstein è un prodigio della scienza, ma nonostante i genitori ed in particolare il padre lo spingano verso lo sport, l'esterno e le amicizie tutto quello che pare distrarlo dai suoi esperimenti è l'amato ed inseparabile cane Sparky.Quando, a seguito di un accordo con lo stesso genitore che gli permetterà di partecipare al concorso di scienze della scuola, Victor accetta di giocare una partita di baseball, accade l'impensabile: all'inseguimento della palla, Sparky muore investito da un auto.Per il ragazzo è un dramma che soltanto il professore di scienza, Rzykruski, involontariamente riesce a risolvere: sfruttando la potenza dei fulmini ed un impianto di sua costruzione, l'adolescente trova infatti il modo di riportare alla vita il suo adorato compagno a quattro zampe.I problemi, però, sono soltanto al principio: quando Edgar, inquietante compagno di Victor, scopre il suo segreto, tutto pare prendere una piega decisamente più pericolosa.
Finalmente.
Finalmente Tim Burton è tornato.
Certo, per farlo ha dovuto piegarsi ai voleri di Mamma Disney ed applicare al suo lato dark tutte le restrizioni che un finale consolatorio possono dare, ripescando un vecchio corto precedente al successo, quando ancora lavorava proprio per la grande D.
Ma sapete cosa vi dico? Che importa.
Era dai tempi di Big fish - indiscutibilmente un filmone, forse il migliore del regista - che di lui si erano perse le tracce: ebbene sì, l'autore che aveva influenzato una generazione con Edward mani di forbice e Beetlejuice, stregato con Ed Wood, strabiliato con due Batman gotici e magici, si era perduto dietro la sola apparenza de La fabbrica di cioccolato, le canzoni piatte di Sweeney Todd - comunque il suo film migliore del periodo -, l'agghiacciante scivolone di Alice in wonderland, il mediocre Dark shadows.
Ed ora, come se non fossero passati trent'anni, eccolo tornare al pubblico. Dritto al cuore.
Perchè Frankenweenie è un fulmine piazzato proprio proprio lì. Senza passare dal via.
E ci arriva con tutta la semplicità che soltanto la meraviglia dell'essere ragazzini e coltivare ancora tutti i sogni del mondo permette di custodire dentro.
Frankenweenie è un film che chiede di aprire noi stessi al passato, al periodo della vita in cui tutto era ancora possibile, ai desideri in grado di conquistare e dare un senso anche alla ragione, all'equilibrio tra l'impulsività di pensare solo a noi stessi e alla maturità di costruire solo a quello che si dovrebbe fare, sempre di noi stessi.
Frankenweenie è un film generazionale, che passa dalle citazioni - tutte splendide - dei lavori di Ed Wood e de La moglie di Frankenstein per ricordare quello che sono stati gli anni ottanta dello stupore, da Victor ed i suoi molto eterogenei compagni di scuola ai genitori ormai privi dello stesso spirito di iniziativa dei figli, dalla freschezza e dalla voglia di comunicare alla sapienza di una messa in scena e di una fotografia pressochè perfette - la parte dedicata alla reanimazione di Sparky è una vera e propria chicca, e New Holland un gioiellino a metà tra la stop motion e l'espressionismo -: questo è il potere del Cinema, signori miei, quello in grado di ripescare un autore in crisi e rilanciarlo neanche fossimo tornati indietro nel tempo al suo periodo d'oro.
Prendete l'ironia e la spigliatezza decadente di ParaNorman, la maturità e la tecnica di Brave, shakerateli con vigore ed otterrete quello che, senza dubbio ed al contrario di ogni mia previsione della vigilia è il miglior film d'animazione degli ultimi mesi, in grado di superare una certa staticità di fondo - la sua ora e venti è sicuramente percepita come due abbondanti - per consegnare all'audience e alla settima arte una chicca che mancava al genere da troppo tempo, sentita e magica, coinvolgente e tecnicamente splendida.
Questo 2013 è iniziato nel segno delle piacevoli sorprese, e senza dubbio il lavoro di Burton si iscrive a pieno titolo in questa lista: che possiate pensare di entrare in una macchina del tempo e tornare all'epoca in cui si poteva ancora immaginare senza doverne pagare un prezzo, o in cui un animale domestico, compagno di giochi e di vita, non avrebbe mai conosciuto il momento della sua fine costringendovi a doverne elaborare il lutto e "portarlo nel vostro cuore", in questi neppure novanta minuti c'è tutto quello di cui avrete bisogno.
Perchè, cresciuti oppure no, a volte il segreto sta tutto nel saper trovare la chiave giusta per aprire le porte di una percezione che spesso e volentieri sottovalutiamo, da grandi Uomini d'esperienza che reputiamo di essere: fortunatamente in nostro soccorso giungono creature come Victor e Sparky, cui basta sbavare rincorrendo una palla per definire la magia della vita.
E del Cinema.
Bentornato, Tim.
Ci sei mancato davvero.
MrFord
"Come up to meet ya, tell you I'm sorry
you don't know how lovely you are
I had to find you, tell you I need you
and tell you I set you apart
tell me your secrets, and ask me your questions
oh lets go back to the start
running in circles, coming up tails
heads on a science apart."Coldplay - "The scientist" -