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Franz liszt

Creato il 01 febbraio 2012 da Sirio
FRANZ LISZT
"Se esiste un luogo al mondo dove il rumore delle cose esterne non può arrivare, se c’è una solitudine che le vane dispute e le puerili intenzioni non saprebbero turbare, è senza dubbio alcuno, il luogo da cui ti scrivo, la solitudine in cui mi sono trattenuto per dare un ultimo addio all’Italia, per godere un’ultima volta dell’ineffabile bellezza di questa terra amata dalla luce.
Uscendo da Pisa per porta delle Cascine, dopo aver rasentato i verdi prati, dove si trovano riuniti come per incanto quattro monumenti superbi dei tempi che non sono più, la Cattedrale, il Battistero, il Campanile e il Camposanto, si arriva, per un lungo viale che attraversa in linea retta vasti pascoli, alla foresta di San Rossore.
Questa bella foresta espone al sole la cupola fremente dei suoi pini piegati dal vento di mare e risponde con un lamento ininterrotto al sordo brontolio dei flutti che vengono a morire ai suoi piedi.
Gruppi inquieti di daini errano nelle radure sabbiose attraversate dai raggi, mentre il cammello e il bufalo pascolano tranquillamente l’erba profumata, o guidati dal boscaiolo portano lontano le spoglie degli alberi secolari.
A duecento passi dalla riva una casa isolata mi serve da rifugio: è costruita in legno come gli chalets dell’Oberland.
I suoi abitanti non possono comprendere quale fantasia mi fa loro chiedere asilo. Questa brava gente ignora la poesia profonda da cui è circondata: non comprende il fascino che mi attira al tramonto sulla spiaggia deserta e perché i miei occhi cerchino sempre sotto il cerchio di fuoco che cinge l’orizzonte un impercettibile punto nero: l’isola d’Elba."
(da: lettera di Franz Liszt a Hector Berlioz datata 2 ottobre 1839 in Liszt a Firenze, Pisa e Lucca di Luciano Chiappari - Pacini Editore. Pisa, 1989)
 A questa esperienza italiana si rifanno moltissime pagine musicali, tra le quali il Secondo libro delle Années de pèlerinage:
Se queste composizioni sopno giunte a noi, il merito è soprattutto della penna  di Marie d'Agoult, che per il musicista lasciò marito e due figlie...
Moltidei suoi scritti sono entrati nel repertorio della musica classica e sono conosciuti da un vasto pubblico, tra essi la celeberrima Rapsodia ungherese n. 2 in Do Diesis Minore, il Sogno d'amore n. 3, il Mefisto valzer, la Ballata in Si minore, il Concerto in Mi Bemolle Maggiore e la Sonata in Si Minore.
Cari lettori,  uno dei brani che mi fa letteralmente andare in visibilio è appunto il "Sogno d'amore", che desidero proporvi.
Buon ascolto!

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