E’ sorprendente essere nel pieno del borgo, entrare nel cortile di una casa, e scendendo pochi scalini trovarsi in una cantina storica, che scende sottoterra, sia nella parte originale che nell’ampliamento recente. Le vecchie bottiglie conservate perfettamente in preziose cassette di legno, vecchie botti, antiche pareti in pietra, tutto racconta la tradizione di quest’azienda, nata nel 1870 ed oggi alla quinta generazione (con Eleonora).
La produzione di punta si è sempre imperniata sui due cru di Castellero e Bussia, ed oggi sono circa 20 gli ettari vitati, coltivati in regime biologico, con tre vigneti a Bussia, uno a Castellero ed uno in Cannubi, più un appezzamento di nebbiolo da Barbaresco a Serraboella. Ma non c’è solo nebbiolo in azienda: la Barbera è piantata in cima a Castellero, in posizione che ne smorza la vigoria per via di terreni magri e clima fresco, il Dolcetto in Bussia, e il Nebbiolo per il Langhe viene prelevato dai vigneti più giovani. Non mancano i bianchi chardonnay e arneis, piantati in zone più fresche e vocate, e una vigna di pinot nero storica, attiva già trent’anni fa.
Storia e tradizione in cantina come in vigna, e vini di grande territorialità, hanno portato alla cantina F.lli Barale tanti riconoscimenti, non ultimo la chiocciola della guida Slow Wine.
Ma noi siam persone malfidate e non crediamo ad altro che al nostro palato, quindi i vini ce li siamo assaggiati volentieri per farci le nostre idee, anche perché la mia personale esperienza si fermava ai loro Barolo.
Rese 50 60 q.li ha. Dolcetto e barbera mallomin legno in cantina. 1870 originale. 5 generazioni. Tonneau per barbera d’malba.e langhe nebbiolo.
La Preda 2013 è una Barbera d’Alba Superiore, da vendemmia tardiva, ma senza residuo zuccherino, portata a secco, quindi affinata in tonneau. Sono però dolci i suoi profumi, di frutti rossi canditi, spezie, cannella, anice stellato e un tocco di vaniglia. Al palato mostra tutto il nerbo acido del vitigno, che sposa un dolce calore e coccola il palato con pienezza di frutto e ricordi fini di spezie. Elegante e voluttuosa.
F.lli Barale – Barolo
Si passa al Barolo, partendo con il Barolo Castellero 2011, da terreni a prevalenza argillosa, su cui ancora producono vecchie piante di 50 anni, con cloni oggi poco diffusi di nebbiolo come il Michet e il Rosè, più spesso sostituiti dalla varietà Lampia.
Il toni di rubino trasparente e scarico preannunciano un quadro di nobile eleganza, che trova risposta al naso con note di prugna, arancia rossa, fiore di peonia. Con l’aria acquista identità e regala toni di liquirizia e note balsamiche di miele di castagno, poi china e bergamotto. L’annata calda si mostra forse più al palato, con corpo rotondo, un tannino concentrato a centro bocca ma fortemente smussato, un morbido velluto. Equilibrio, fruibilità, equilibrio e generosità, pur con bella prospettiva, perché la materia di base scalpita ancora. Piaciuto tantissimo.
Il Barolo Bussia 2010, viene da uno dei più celebri toponimi di Monforte, in particolare dalla parte superiore (Bussia Soprana) di cui mostra i caratteri già dal colore più cupo, che si riflette anche all’olfatto, con frutti scuri, caffè e liquirizia nera. Più austero anche all’assaggio, lunghissimo, teso, con tannino ricco, fine ma mordente, dal finale di radice, che non esce mai dai binari dell’eleganza, con intriganti ricordi di china. Vino prospettico che lascerei evolvere ancora 10 anni per tirarne fuori il meglio. I terreni sono a maggiore percentuale di sabbie, ben drenati, con base di calcare bianco, che irrigidisce la struttura tannica, come ben percepito al palato. Vigna acquisita negli anni 80, piantandovi cloni CN142 (lampia).
Riassumendo, una gamma convincente, una bolla sorprendente, una Barbera da amare e Baroli aderenti al territorio di origine e alle annate. E poi una esemplare ospitalità, sempre apprezzata.
Tagged: Barbera, Barolo, Bussia, Cannubi, cantine storiche, Castellero, Chiocciola, Dolcetto, Fratelli Barale, La Preda, Slow Wine, Sullelanghe, tradizionale