Recensione
- BAO
- Anno: 2015
Com’è la vita di un malato di HIV? Può vivere una vita “normale” (termine abusato e talmente malleabile da non avere una definizione consistente)? Le relazioni che intreccia nell’arco della sua esistenza saranno sane, o verranno sempre corrotte da questo male, così grave e così sconosciuto agli occhi degli uomini mediamente disinteressati?
Frederik Peeters mette a nudo la sua esistenza, raccontandoci la sua personale esperienza di vita.
Pillole Blu è una spettacolare testimonianza di ciò che implica il vivere una relazione con un malato di HIV. Peeters sfata il mito, sollevando un velo di Maya che sembrava essersi irrimediabilmente appiccicato agli occhi del mondo.
L’HIV è una malattia seria, grave, che distrugge dall’interno. Eppure Peeters la descrive per quello che è: appunto, una malattia. Uno stato di cose che implica un differente stile di vita. Tutto qui. Qualcosa di diverso per come va gestito, per come va vissuto, ma non qualcosa che rende diversi.
Il malato di HIV è costretto a vivere una vita scandita da visite, medici, ospedali e pillole. Ma è qualcosa a cui, con il tempo, si fa per forza abitudine. Non molto diverso da un malato più “generico”, ma nella realtà sociale l’essere portatori del virus dell’HIV rappresenta un enorme ostacolo alla vita umana (e così poco umana). Non tutti sono pronti per affrontare questo tema, non tutti sono consapevoli dei rischi reali di questa malattia e delle sue modalità di trasmissione.
La gente ha paura, quando si parla di HIV, come se il solo sentirla nominare sia un rischio per la nostra salute. La gente guarda il malato con occhi diversi, con una patina di foschia e di incomprensibilità, di freddezza glaciale e di compassione che spesso feriscono chi, pur essendo malato, si considera una persona piuttosto normale. Capace di vivere una vita normale, con una sua personalissima normalità (che in fondo non può essere definitivamente oggettiva!), inseguendo obiettivi normali, respirando aria normale e parlando con gli amici al bar, come fanno tutti.
La società non sembra essere ancora completamente pronta ad accettare e soprattutto comprendere chi è affetto da questa malattia, così terribile e spaventosa da essere rifuggita con insistenza e decisione da tutti coloro che non ne sanno abbastanza. È forse anche la disinformazione o, peggio, la cattiva informazione a creare questo enorme buco nero in cui releghiamo tutto ciò che non possiamo – o vogliamo, più spesso – comprendere.
Pillole Blu non può che essere una lettura edificante, in seguito alla quale riusciremo ad avere un punto di vista più ampio e aperto nei confronti della sieropositività. Un libro che emoziona, che affronta un tema di cui da anni si parla, ma in modo differente e del tutto nuovo: una descrizione vivida e reale di un problema affrontato dall’interno, per il superamento – o semplicemente l’accettazione – del quale bisogna armarsi di coraggio e tanto, tanto amore.
Una perla rara, Pillole Blu. Una sfida aperta al mondo e a chi ancora si ostina a rinchiudersi nelle proprie ottuse convinzioni.
Tanto di cappello all’autore, così come a chi ha avuto la sensibilità – la casa editrice BAO – di scegliere questo bellissimo racconto per portarlo in libreria e contribuire a diffonderlo.