Il messaggio che avvisa gli utenti della chiusura di FreeCode
Circa cinque o sei anni fa, quando mi affacciai attivamente sul mondo del free software, scelsi di abbracciare questa filosofia perché, ritenendomi sostenitore del sapere libero e della collaborazione nel nome della crescita individuale che collettiva, ritenni che questa potesse rappresentare una posizione coerente con la mia linea di pensiero sebbene non abbia mai appoggiato posizioni troppo estremiste.
Infatti, secondo la mia personalissima opinione, sebbene la filosofia che pone le basi al concetto di free software sia quella che professa in maniera più marcata sia la libertà di conoscenza che di scelta, questa non deve essere obbligatoriamente l’unico e solo punto di vista dal quale non si possa prescindere e che debba dunque essere universalmente accettato e riconosciuto come vera ed unica maniera con la quale un software sia vincolato ad essere distribuito e considerato di qualità o persino “giusto” perché il software non è solo conoscenza, scienza o arte ma è anche business e dunque ognuno, almeno secondo il mio punto di vista, deve essere libero di scegliere il proprio modus operandi riguardo la distribuzione del proprio progetto.
Il mondo del free software è vasto e in questi cinque anni ha subito notevoli evoluzioni com’è giusto che sia e tra queste spiccano soprattutto alcune modalità di distribuzione del software che si sono affermate negli ultimi tempi. E proprio per quest’ultimo motivo, ossia l’evoluzione delle tecnologie, sembra che alcuni storici pilastri che sono stati alla base della divulgazione non solo del software libero ma soprattutto del modo di far conoscere software soprattutto per Linux siano destinati a crollare in tempi brevi.
Uno di questi è Freecode, conosciuto dai pionieri del software libero come Freshmeat, che qualche tempo fa ha improvvisamente chiuso i battenti. Lo storico portale infatti si trova ormai da qualche tempo in stato di freeze e dunque non verrà più aggiornato né con nuove applicazioni né con aggiornamenti di quelle esistenti.
Tutto il software pubblicato in anni ed anni rimarrà dunque congelato all’interno del portale fin quando non verrà chiuso definitivamente. La mia esperienza personale con Freecode, sebbene non sia stata né approfondita né in fin dei conti incisiva sulla visibilità del mio software su internet, mi ha consentito nonostante tutto di far conoscere i miei progetti ad utenti che altrimenti non sarei riuscito a raggiungere.
Per i veterani, la chiusura di questo portale, rappresenta sicuramente la perdita di una storica piattaforma dalla quale non sono esenti legami sentimentali. Ma il mondo al quale molti di noi fanno parte, come ben sappiamo, è sempre in continua evoluzione. Spesso ci troviamo davanti nuove tecnologie che soppiantano quelle precedenti sia perché queste sono migliori sia perché la vecchia guardia non riesce, sia per questioni economiche che di gestione, a mantenersi al passo con i tempi divenendo sempre più vetusta se messa al confronto con i nuovi sistemi e diviene in fine deprecata, soppiantata e dimenticata.
Ecco dunque che i nuovi sistemi di repository, Git in primis, rendono antichi i mezzi di distribuzione del software non solo per la potenza degli strumenti messi a disposizione ma anche grazie al carattere social o collaborativo sui quali possono contare portali come GitHub.
Parlando da un punto di vista prettamente personale, credo di poter dire di aver notato che non è, od era, soltanto Freecode a soffrire di problemi di vecchiaia, ma sembrerebbe che anche portali molto più importanti come SourceForge ed alcuni portali di OpenDesktop.org come Qt-Apps stiano cominciando a sentire il peso del tempo.
SourceForge, sebbene continui ad essere molto popolato, non vede aggiornamenti significativi da anni se non l’eliminazione di alcuni servizi e l’incremento di banner pubblicitari. La parte relativa al web hosting (ossia quella che consente all’utente di ospitare un eventuale sito web del progetto) è vecchia e soffre di molte vulnerabilità piuttosto gravi tant’è che è sconsigliabile installarvi CMS come WordPress che oltretutto non sarebbero nemmeno in grado di funzionare correttamente.
I portali di OpenDesktop.org invece sono vecchi e strutturati in maniera piuttosto antiquata quasi come fossero un rimasuglio di quello che era internet nella prima decade del 2000. Oltretutto, per quanto riguarda proprio Qt-Apps, sembra quasi che nessuno sia più interessato a postare nuove applicazioni ma vengano soltanto aggiornate quelle storiche.
Perdere un portale come questo sarebbe piuttosto triste perché è tutt’ora una community sulla quale vengono pubblicate ottime applicazioni in Qt e dal quale si può attingere materiale di studio estremamente utile dal codice sorgente dei progetti.
Ad ogni modo, come ho detto precedentemente, il mondo della tecnologia è in continua evoluzione, giorno dopo giorno nascono tecnologie che noi dell’ambiente siamo costretti a studiare (ed è anche questo il bello del gioco) che ameremo o che odieremo. Il fattore chiave da tenere sempre a mente è comunque quello di non dimenticare da dove proviene tutto quello che oggi abbiamo a disposizione e rendere onore a chi e a ciò che in passato ha contribuito sia alla realizzazione dei comodi strumenti che oggi abbiamo a disposizione sia al sapere al quale possiamo tutt’ora attingere liberamente.