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Freelance: ecco come ottimizzare la propria presenza sul Web

Da Twagomagazine @lorenzomonfreg
Freelance: ecco come ottimizzare la propria presenza sul Web

Star Wars, © LucasFilm

Oggi ospitiamo con piacere questa ironica e precisa analisi di Benedetto, giovane esperto che si muove in rete con il nick di Seo Jedi

Investire nella propria visibilità su Internet per un freelance è un lavoro nel lavoro: inutile nascondersi dietro l’aura di figosità intrinseca della figura lavorativa libera e indipendente, persino fluida e 2.0

La realtà dei fatti è molto più dura, se credevi di esserti liberato delle catene dell’invio di curriculum, ti sei solo legato una palla ancora più voluminosa come quella della necessità di acquisire clienti.

Insomma, un po’ come Homer Simpson quando, nella puntata dei Tagliapietre, gli veniva tolta la pietra dell’infamia per mettergli la pietra della gloria (tre volte più grande).

SEO e branding personale

Tuttavia, piuttosto che andare a bussare porta-a-porta, c’è un’attività che si, è configurabile praticamente come un secondo lavoro, ma se ben fatta ti può portare risultati duraturi nel tempo.

Sto parlando di fare SEO per sé stessi, in ottica di Personal Branding.

Di per sé la promozione personale sul Web è appannaggio del canale social: si stringono collaborazioni, si allarga il proprio network, si acquisisce una certa autorità grazie a una presenza e costanza di interventi autorevoli.

Tutto molto bello (cit. Bruno Pizzul) ma IMHO si può affiancare anche l’ottimizzazione sui motori di ricerca a questo processo.

Permettimi di stilare uno step-by-step che ritengo valido:

  • Presenza sul proprio nome (facile);
  • presenza su argomenti di interesse della propria nicchia (medio);
  • presenza sulle parole chiave secche della propria nicchia (difficile).

Puntualizzazione: come presenza intendo la prima pagina di Google. D’altronde si sa, dalla seconda pagina in poi diventa il posto migliore per nascondere un cadavere (cit.)

;)

Fare SEO sul proprio nome

Fare SEO sul proprio nome è utile in ottica squisitamente di Personal Branding: ovvio che chi non ti conosce non ti cercherà ma in un’ottica più globalizzante di promozione personale, dove ad esempio vai ad un evento e poi ti cercano sul Web, non esiste biglietto da visita migliore che i primi dieci risultati di ricerca di Google.

Le pratiche da realizzare qui sono davvero semplici: basta creare e gestire direttamente dei profili sui maggiori social per togliere di mezzo eventuali contenuti scomodi legati al proprio nome.

Anche se non si utilizzano, comprare i domini con il proprio nome è una buona tecnica sia per evitare “sorprese” (anche banalissime omonime) sia per giocarsi la carta sito non appena serve.

Fare SEO per la propria nicchia

Fare SEO su argomenti di interesse della propria nicchia è a un livello maggiore di difficoltà e impegno rispetto le basi.

Consigliatissimo, ma non obbligatorio, un blog: a meno che non vuoi andare a colpi di guest post, avrai bisogno di un tuo spazio personale, una tua casa alternativa alla sola presenza sulle piazze social! (E qui torna utile l’acquisto del dominio).

A proposito di guest post, IMHO in un’ottica di Content Creation per il proprio brand personale si tratta di uno strumento fantastico perché ti permette di avere visibilità su portali molto più grandi e seguiti di un piccolo spazio personale. Inoltre ti mette in contatto con altri professionisti e questa è sempre una cosa positiva.

Non esitare a chiedere un guest post anche a chi credi guru irraggiungibile: se hai qualcosa di interessante da dire, nessuno ti chiuderà la porta in faccia. Eh ah, non esistono questi dannati guru! Siamo tutti professionisti, citando l’ottimo Mister Pink delle Iene.

Scrivi contenuti sul tuo blog con regolarità, proponendo soluzioni a domande specifiche: “come scrivere un post aziendale” , “come fare SEO con YouTube” e via discorrendo.

Sfrutta la Coda Lunga, che non è quella di Tails indimenticato compagno di Sonic, ma la tecnica SEO di base per posizionarti più facilmente e avere lettori più interessati.

Più è specifico il tema, più facile sarà scalare la SERP e avere si meno lettori sui grandi numeri ma tutti estremamente interessati specie se nessuno lo ha affrontato esaurientemente.

Personalmente è la mia tecnica preferita: preferisco essere presente su più richieste specifiche che concentrare TUTTE le mie risorse sul tentare di posizionarmi su keywords più secche ma un sacco più dure.

Ok, in realtà è che sono una mezza sega e mi dò tutte queste arie

:D
!

Ah! Ricordati anche di utilizzare il rel=author per collegare il contenuto al tuo avatar in SERP (presa direttamete dal profilo di Google+): lato Personal Branding è una pratica imprenscindibile.

Metti la faccia direttamente in SERP su un argomento di interesse: più authority di così!

Fare SEO sulle chiavi secche della propria nicchia

Siamo tipo al livello Nightmare di Doom: specie se lavori nel Web 2.0 preparati a una guerra di trincea con gli altri tuoi colleghi, più logorante di una Linea Gotica. In questo caso il superamento della stessa vuol dire essere arrivati in prima pagina per le keywords secche del proprio settore.

Complimenti! Io non ci sono ancora riuscito

:P

Lo ammetto candidamente anche perché in realtà non ci ho mai provato: è una battaglia troppo lunga e in un’ottica in cui bisogna ottimizzare (sempre ottimizzare!) tempi e risorse preferisco concentrarmi sul punto due.

Quando avrò una Stanza dello Spirito e del Tempo potrò pensarci! Anche perché così avrò tutto il tempo di affinare le mie capacità per raggiungere chi sta nelle prime dieci posizioni per “SEO” ad esempio.

A proposito, personalmente ho preferito stringere collaborazioni (“se non puoi batterli unisciti a loro!”) con 3 dei 10 posizionati sulla key secca “SEO”.

Come coordinatore del Master SEO Training ho avuto la possibilità di coinvolgere professionisti di questo calibro, che indirettamente e anche direttamente (quando molto banalmente ti linkano) si traduce in una valutazione positiva del proprio brand personale.

L’importante, per accrescere lato SEO il proprio Personal Branding è sempre dare per davvero qualcosa: dal valore dei contenuti, al valore delle relazioni che si stringono

;)

La SEO funziona bene solo se inserita in un contesto di Web Marketing più ampio.

IMHO anche il brand personale, cioè chi sei: ti vuoi proporre come professionista valido e affidabile? Allora siilo (si potrà dire

:P
).

Se Google ti penalizza per i link artificiali, pensa che guadagno potresti avere ad essere tu stesso artificiale!

Domande a riguardo? A tua disposizione !


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