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Visto in tv. Un uomo allo sbando viene raggiunto dal sospetto di essere lui lo strangolatore di donne che imperversa per Londra. Cercherà la fuga, la macchia e anche l’aiuto di un suo carissimo amico… peccato che proprio lui sia il vero serial killer…
Diciamolo subito, non è un capolavoro. Anzi proprio non è granché. Un film minore perché alla fin fine non racconta molto più di quel che mostra; non inventa niente di originalissimo e non intrattiene con lo stesso ritmo e la stessa classe dei film precedenti del regista (fino agli anni ’60).
Detto ciò bisogna però riconoscere che il film rappresenta il grande ritorno al mix tra thriller e humor in un insieme grottesco tipico dei film anni ’50 del regista. Su tutte la scelta di mettere il cibo al centro di tutto il film, dalle cene francesi (o la colazione inglese) dell’ispettore, la parca colazione della prima vittima, il camion di patate della seconda vittima o la vendita di verdure al Covent garden. Scelta piuttosto curiosa che crea diverse situazioni ironiche (le già citate cene dell’ispettore con la moglie, che sono forse le scene più divertenti del film) o grottesche con suspense (tutta la sequenza del secondo cadavere nel camion è un piccolo capolavoro i questo senso).
Inoltre i tocchi di classe alla regia non mancano. La già citata scena del camion è un lungo lavoro di montaggio; ma ciò che vince su ogni altra scena sono i due omicidi, tra loro collegati per la dicotomia che rappresentano. Il primo è un frenetico omicidio mostrato come mai prima nel cinema di Hitchcock, in maniera cruda e crudele con una macchina da presa che avvolge i protagonisti (questo film è in assoluto il più esplicito del regista inglese); il secondo invece è tutto lasciato all’interpretazione del pubblico, con una macchina da presa pudica che esce lentamente dall’appartamento, scende le scale e finsice in strada in un silenzio irreale. Una coppia di scene stupende.
Il film poi è particolare per l’estetica tipicamente anni ‘70, peggiore di tutte le precedenti. Non so se Hitchcock se ne accorse, ma sembra averla sfruttata per realizzare un film che, pur avendo una componente comica come si è detto, mantiene un mood complessivamente più sgradevole, più sporco, più tetro, meno upper class e patinato dei film precedenti.
Infine il cast. Qui bisogna proprio precisare che quest’ultima fase di Hitchcock creò un bel problema al regista che si ritrovò improvvisamente senza gli attori feticcio, perché troppo vecchi o ritirati (come Stewart e Kelly) o rapiti da altri registi (come la Bergman). Hitchcock quindi sceglie una rottura totale, prende solo attori di teatro, esteticamente mediocri, ma capaci.
Curioso infine, come il protagonista innocente sia complessivamente più antipatico (o quantomeno poco interessante) dell’antagonista, decisamente più brillante.
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