Magazine Diario personale
Visto che ultimamente mi si dice che ho preso una china troooppo sentimentale, ho deciso di deliziarvi con una delle mie ultime letture. Come sapete quando voglio dare aria al cervello e renderlo leggero, leggero, mi faccio un giretto sull'Huffington Post. Ero indecisa tra la scelta giusta dell'anello di fidanzamento e cosa uomini e donne percepiscono come tradimento, ma poi i miei detrattori avrebbero detto che ci ricasco e quindi eccoci qui, a parlare di comportamenti irritanti in aeroporto ed in aereo.
Ultimamente viaggio poco, ma ci son stati dei tempi in cui l'aereo era quasi un autobus, per la frequenza in cui ci salivo ed è vero, come suggerisce l'articolo, che servirebbero due entrate in aeroporto, quella per i viaggiatori seriali e quella per gli occasionali, chè i primi spesso la magia del viaggio l'han persa tutta a forza di far la fila al gate.
C'è la sezione quanta fretta, ma dove corri, dove vai? Li conoscete tutti nella versione partenza ed arrivo.La versione partenza sono quelli che devono imbarcarsi per primi. E' un must. Non si capisce perché. I posti sono assegnati, non è la metro. Il bagaglio, in aereo sta; un po' prima del tuo posto, un po' dopo, ma lì è. E poi, partiremo tutti assieme, no? Però, per loro, imbarcarsi per primi è irresistibile.Sono gli stessi che mentre l'aereo sta ancora avvistando terra, già si sono slacciati le cinture, hanno recuperato il bagaglio e sono davanti al portellone pronti a scendere (ad Hong Kong ci fu una volta un incidente surreale, l'aereo atterrò durante un tifone, toccò la pista, si rovesciò zampe all'aria come Gregor Samsa al risveglio ed il malcapitato pronto a scendere, sbatté la testa e ci lasciò le penne; meditate gente, meditate, quando vi verrà voglia di slacciarvi le cinture con l'aereo non ancora fermo).Il loro viaggio si conclude degnamente al recupero bagagli. Sia mai che la loro valigia arriva e non trovando nessuno ad aspettarla si senta sola. O che voi, affascinati dal trolley di chiara provenienza bancarella cinese, glielo vogliate portare via. E quindi essi, incuranti della folla, si procurano un carrello e devono stare rigorosamente in prima fila. Sia mai.
In aereo naturalmente lo svantaggio è che non te ne puoi andare.Se possibile, evito il posto in mezzo, anzi in economy aspiro sempre all'uscita di sicurezza, almeno allungo le gambe. Il posto di mezzo è una rottura per Nmila motivi. Ti scappa la pipì, e quello di fianco dorme. Gli scappa la pipì, e tu dormi. Scusi, scusi. Poi ci sono quei momenti in cui rimpiango i bei tempi in cui il naso mi si chiudeva più facilmente. E qui non serve vi dica altro.Ci sono quelli che hanno paura e reputano che la soluzione migliore sia condividere. Con te. Piantarti le unghie nell'avambraccio strillando "cos'è questo rumore?" - "perché l'aereo vibra?" - "non sente puzza di bruciato?". Onore a quelli che hanno paura e si ubriacano o prendono un sonnifero. In rigoroso silenzio.
In aereo ci sono i bambini. Per equità citerò il mio. Ricordo un viaggio in direzione Sicilia, PdC 4 o 5 anni, emozionato e consapevole, che ad ogni sobbalzo sull'aereo che ancora stava cercando la sua posizione di decollo esultava "stiamo volando?" - "no Ciccio, te ne accorgerai quando vedrai che la pista si allontana, guarda le ali dell'aereo" e così per mezz'ora, finché Dio ha voluto che l'aereo è decollato e quindi "stiamo volando! stiamo volando!". Ma fin qui, tutto bene. Poi Piezz'e Core ha preso le istruzioni in caso di incidente: "Mami, ma se l'aereo cade, dobbiamo metterci il salvagente?" - "sì amore". "Ma se cade in mare, ci vengono a prendere?". Dopo un quarto d'ora di inutili tentativi di leggere un libretto, mangiare qualcosa, bere un succo, una signora si gira ed implora "può farlo smettere, già mi cago addosso da sola". Ecco.
Comunque a me piace l'aereo, piace l'aeroporto e l'atmosfera che si respira. Piace immaginare quanta vita scorre dietro ad un biglietto e ad un viaggio e siccome so che tutti (me compresa) diamo spesso il peggio in queste circostanze, a volte mi arrabbio a volte sorrido e passo oltre. E voi? Che racconti di volo avete?
ps.: non credetevi, comunque, ho già un post sentimentale in canna per il prossimo giro. Sapevatelo.
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