I leader religiosi sono delusi dall’incapacità del governo di Freetown di decretare il virus di Ebola “un’emergenza sanitaria pubblica”e di “mobilitare le risorse necessarie per rafforzare la lotta all’epidemia”.
La denuncia è quella del capo della Chiesa metodista unita della Sierra Leone, il vescovo John Yambasu, intervenuto in qualità di presidente di una ‘task force’ interreligiosa.
In base agli ultimi bilanci diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), l’epidemia di Ebola, scoppiata lo scorso febbraio in Guinea, sta ora causando un maggior numero di vittime in Sierra Leone .
In Sierra Leone, infatti,si sono già registrati 400 casi e 194 decessi.
In tutta l’Africa occidentale i morti sono finora 603.
“Il governo è troppo preoccupato per le connotazioni politiche del decretare lo stato di emergenza” ha sottolineato il vescovo.
E questo nonostante il fatto che “il numero di casi aumenti ogni giorno”.
La situazione più critica è quella della regione orientale di Kailahun, epicentro dell’epidemia nel paese, dove le comunità locali, in assenza di informazioni, impediscono alle ambulanze di entrare nei villaggi.
In questo modo buona parte dei malati muore in foresta senza ricevere alcun soccorso e con tutte le ricadute negative che la cosa comporta.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)