Magazine Talenti
Parla Lena Huber, una paziente di Freud.
Secondo il Dottor Freud, indossare scarpe da clown e non vedere l'analista durante le sedute, erano condizioni necessarie per il giusto trattamento psicoanalitico.
In quel periodo non aveva ancora perfezionato questa sua teoria quindi per non farsi vedere si nascondeva.
Poteva essere ovunque, nascosto dietro alla tenda, accovacciato sotto al lettino, stipato nella cassapanca, steso sotto ai tappeti o immobile in un angolo mimetizzato, fingendo di essere il paralume.
Naturalmente l'esito delle sedute era influenzato dal fatto che durante tutta l'ora io cercassi di capire dove accidenti fosse nascosto, lui per confondere le carte seminava falsi indizi:
Un paio di stivali che spuntavano da dietro la tenda, sigari fumanti incastrati nella libreria, sagome di cartone sotto alla scrivania o ticchettii di orologi nascosti in ogni dove.
Una volta, appena entrata nello studio lo sgamai immediatamente, era a cavalcioni sul lampadario e pur cercando di non farsi sentire, ridacchiava vistosamente per via della mie nuove scarpe da clown.
Mentre pensavo se rivelargli o meno che l'avessi visto, il lampadario cominciò a scricchiolare e a dondolare, pochi istanti dopo il soffitto cedette e rovinò rumorosamente a terra.
Freud provò a fare buon viso a cattivo gioco, ma sanguinate e sporco di calcinacci, dovette ammettere, se non a me almeno a se stesso, di avere tirato troppo la corda.
Quel giorno, paonazzo di rabbia, rimandò la seduta.
Potrebbero interessarti anche :