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Parla il Signor T, paziente di Freud.
Fu mia moglie a convincermi ad andare in terapia dal Dottor Freud:
"Tu non sei sposato e io non esisto!" così mi disse.
"E allora chi è che ogni sera mi prepara la cena?" le domandai io.
"Non m'importa chi ti prepara la cena, io non esisto e se esistessi non ti avrei mai sposato!" insistette lei.
"Vuoi farmi credere che sto parlando da solo come un pazzo?" le chiesi.
"Io non voglio farti credere niente, ma ti faccio notare che stai parlando con l'aria e in questo momento indossi un grembiule da cucina, sei davanti ai fornelli e stai cucinandoti il "Tafelspitz viennese", ecco quindi svelato il mistero di chi ti cucina la cena ogni sera e chi è il pazzo in questa casa!" mi disse lei digrignando i denti.
"Cosa vuoi insinuare?" le chiesi ancora io.
Insinuo che sei tu a cucinarti la cena ogni maledettissima sera, ieri ti sei fatto lo strudel di mele, l'altro ieri quello di ricotta e io non esisto e tu sei matto da legare e hai bisogno di farti curare dal Dottor Freud!" continuò lei.
"E dove lo trovo questo luminare di tua conoscenza?" le chiesi per darle soddisfazione.
"Lo trovi a dieci minuti da qui, al numero 19 della Berggasse, è una costruzione del XIX secolo, non ti puoi sbagliare" mi disse soddisfatta.
Allora mi recai all'indirizzo suggeritomi da mia moglie e bussai alla porta dello studio del Dottor Freud che quando mi aprì mi disse:
"Si accomodi, prego, si tolga quel grembiule sporco di strudel di mele e si sdrai su quel lettino..
Lo sente anche lei quest'odore di Tafelspitz viennese?".
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