Perchè sono andato a ripensare ai Friday Star? Beh, un pò di giorni fa sono li che guardo la Tv e nella pubblicità di quella cafonata di "Amici" sento un pezzo dei Jersey Line. Mi sono commosso. Ovviamente subito mi sono chiesto come cazzo avevano fatto i Jersey a finire su quel promo e poi poco dopo trovo a scambiare due chiacchiere con il bassista Andrea (il sosia di Massimo Ghini!!! Un dio!) su Rapidshare. Beh...mi è venuta nostalgia. Nostalgia di un gruppo fantastico, che con un solo disco all'attivo ha però lasciato un gran segno sulla strada del pop punk made in Italy (e non tiro in ballo la parola emo!!). Raramente ho sentito un gusto melodico così ricco e intenso come quello dei Friday Star. E non parlo così perchè a suo tempo mi trovavo tra i ringraziamenti del cd, anzi, se sono li forse un mio umile merito è che ho sempre creduto in loro fin dal primo ep d'esordio, che mi fece innamorare di loro e mi faceva venire voglia di passarli in ogni mi trasmissione radiofonica. Nostalgia, perchè vedere ora disastri ambulanti come Finley o gli stessi Vanilla Sky (totalmente allo sbando alla ricerca della cover migliore per mantenere quel minimo di notorietà che hanno), mi fa solo che venire voglia di riscoltare la genuinità e la sincerità dei Friday Star, un gruppo vero, con la V maiuscola e delle persone splendide! Non dimenticateli, non dimenticate questo disco e cercate i Jersey Line, il nuovo progetto di Andrea e Gianni. Sono con voi ragazzi, da sempre! (2003 Ammonia Records)
Finalmente è arrivato questo lungamente atteso debutto sulla lunga distanza del terzetto capitolino. Dico subito che "Defenceless" presenta luci ed ombre. Ad essere onesti però credo che si debba parlare di un debutto più che positivo. E' evidente infatti che i Friday Star abbiano del talento, scrivono infatti canzoni molto orecchiabili, di quel genere che dopo solo un ascolto ti si stampano nella testa. Il difetto più evidente d' altro canto sembra però essere una profonda uniformità a canoni già esistenti. Non c'è niente di nuovo in questo "Defenceless" ma anzi vengono riproposti suoni e clichè da tempo sfruttati da altri gruppi. Al primo ascolto il terzetto romano sembra essere l' ennesimo clone di bands come Ataris, New Found Glory e Get Up Kids ma viene salvato come dicevo poco fa dal talento di cui è provvisto. Prendete ad esempio Healing Blues: niente di nuovo certo ma sfido a trovare qualcuno che non rimanga colpito dalla stupenda melodia. Non siamo ai livelli raggiunti dai Fine Before You Came ma comunque questi Friday Star rimangono una piacevole promessa del vivaio emo italiano e il loro "Defenceless" è pur sempre un esordio di discreta fattura. Consiglierei loro di distaccarsi un pò dai modelli sopraccitati e cercare di imboccare una strada maggiormente personale. Ripeto: il talento è dalla loro parte e sarebbe un peccato vederlo sprecato per una totale mancanza di originalità. Per ora comunque promossi con buone speranze per il futuro. (http://www.emotionalbreakdown.com)
Spesso ho l'abitudine di leggiucchiare qua e là prima di scrivere di un disco, fosse solo per informarmi su band che non conosco. Così, da copione, anche questa volta metto su il cd in sottofondo per un primo ascolto distratto mentre preparo lo scheletro della recensione; scrivo i titoli, leggo la biografia, spulcio vecchie recensioni e anche i pareri degli altri ragazzi che hanno commentato il dischetto - che intanto gira nello stereo e mi infarina le orecchie per un ascolto più attento.
Sicché succede che leggo un gran bene di questi Friday Star, davvero lanciatissimi: produzione perfetta (Ammonia, mica una label così...), concerti a sostegno di nomi altisonanti (Propagandhi, Queers, Shandon, solo per citarne alcuni), tour in Giappone imminente e, nientemeno, due serate a Shibuya! E anche le recensioni lette finora riportano giudizi che vanno dal positivo all'entusiasta. Intanto le prime tracce che filtrano oltre la cortina della mia disattenzione, si presentano già lungo le coordinate dichiarate da band ed ascoltatori: Samiam, Ataris, Alkaline. Già, emo-punk, di quello bello melodico, di quello che, sempre a detta di tutti, pare proprio venuto 'from the U.S.A.', dove il fenomeno è ormai incontenibile.
E sono tutte cose verissime: la band ha sound e melodia, 'fa la sua figura' e se non fossi meglio informato direi che fossero gli States a dar loro i natali. Il disco comunque non ha momenti di stanca e tira davvero, con canzoni fatalmente destinate ad esser canticchiate nella doccia, in ufficio, o nella macchina. Vero è anche che la band non propone nulla di particolarmente nuovo - è pur sempre emo - ma che lo fa davvero con tutti i crismi. Ci sono quindi difetti? No, se vi piace l'emo più melodico e se le formazioni nominate qualche riga più sopra vi garbano; se invece siete fra coloro che privilegiano il lato più hard-core del genere, allora non troverete nulla che valga realmente la pena approfondire.
E tutto nella band, idioma compreso, fa ben sperare nella loro esplosione fuori dall' Italia, magari non negli States - che loro di simili formazioni ne han già troppe -, ma altrove hanno ottime carte da giocarsi, dato che il panorama emo dello Stivale rimane ancora un po' asfittico, almeno da parte della domanda.
E se un ortodosso come il sottoscritto non può far a meno di riconoscere gli evidenti meriti di questo disco - e di questa band - tutti gli appassionati non possono far altro che buttarsi ad acquistare il disco. (Andrea La Placa - http://www.rockit.it/)
- The Last Time
- Resetting The Game
- Erase The Memories
- Northstar
- April 11th
- All Of Your Avenues
- Healing Blues
- Not So Perfect
- Maybe You're Right
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