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Fright Night – quando il remake è meglio dell’originale

Creato il 01 settembre 2011 da Soloparolesparse

Va bene, ascoltate le mie ragioni prima di insultarmi.
Il fatto è che quando vidi L’ammazzavampiri originale, quello di Tom Holland, ero nel pieno di Halloween, Non aprite quella porta, Nightmare e Venerdì 13, così quell’horror molto ironico e decisamente poco pauroso non balzò certo in cima alla lista dei miei film preferiti del periodo.
Così questo Fright Night, che pure non è un capolavoro, riesce a reggere quantomeno bene il confronto e Craig Gillespie si becca tutti i miei complimenti.

Fright Night – quando il remake è meglio dell’originale

La storia la conoscete.
Il nuovo vicino di casa di Charlie è un tipo decisamente notturno e misterioso, un suo amico è convinto che sia un vampiro ed ha raccolto un po’ di prove.
Anche Charlie è costretto ben presto a ricredersi e a provare a difendere la madre e la bella Amy dalle attenzioni del vamppiro.
Per farlo cercherà l’aiuto di un improponibile personaggio televisivo che si spaccia per Ammazzavampiri.

La vicenda è esattamente la stessa del film originale, ma è raccontata in modo diverso, non mancano i particolari che la modificano e (scusate se insisto) funziona meglio.

La sorpresa iniziale è che scopriamo che Jerry è un vampiro dopo pochi secondi di film e questo ci porta immediatamente lontano dall’Ammazzavampiri che fu, facendoci perdere tutta la prima parte che viaggiava sul dubbio e sul mistero.
Qui invece sappiamo già tutto e si tratta di convincere gli altri.

Un sacco i momenti curiosi e le citazioni.
Splendido il dialogo con riferimento (non proprio osannante) a Twilight.
Ottima la scelta di mantenere completamente le caratteristiche classiche del vampiro.
Jerry esce solo di notte, può entrare in casa solo se invitato, può essere ucciso col fuoco, decapitato o con il classico paletto nel cuore (i proiettili d’argento no, quelli sono per i licantropi).

Fright Night – quando il remake è meglio dell’originale

E funziona bene anche la tensione che cresce man mano che il film va avanti, viaggiando al buoi tra il thriller e l’horror puro.
Pochissimo splatter e pochi effetti speciali (comunque discreti).

Capitolo attori.
Colin Farrell è una sicurezza, solo un po’ troppo bello, Anton Yelchin e Imogen Poots sembrano due protagonisti degli horror con giovani protagonisti degli anni ’80 (appunto!), David Tennant è ottimo e correttamente assurdo nel ruolo che fu di Roddy McDowall.
L’insieme del cast è ben amalgamato e funziona.

Insomma se volete vedere un buon horror senza sorprese e invenzioni assurde accomodatevi.

Ah… ora potete insultarmi.


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