Magazine Media e Comunicazione
Origine: USA
Anno: 2009
Episodi: 23
La trama (con parole mie): la divisione Fringe continua nel suo lavoro rispetto ai casi legati al sovrannaturale, con attenzione particolare alle invasioni del nostro universo ad opera dei misteriosi Osservatori e di alcuni soldati solo parzialmente umani con il potere di cambiare forma mescolandosi ai terrestri come li conosciamo. E mentre i rapporti tra Peter e Walter Bishop migliorano di giorno in giorno, Olivia Dunham scopre di essere il fulcro di un'operazione chiave tra quelle effettuate decenni prima dallo stesso Walter in compagnia del vecchio socio William Bell, ormai stabilitosi nella dimensione gemella da cui provengono gli "invasori".Quello che ancora nessuno sa è che questa guerra tra i due mondi è stata causata proprio dall'intervento di Walter, che una volta visto morire il figlio Peter decise, per guarire il suo "altro" corrispettivo, di rapirlo per condurlo sulla nostra Terra e finire a crescerlo come se fosse suo.
Il recupero di Fringe in casa Ford ha più o meno lo stesso sapore di quello di 24: una serie per anni incensata da amici, conoscenti e parte della critica rimandata a data da destinarsi e dal poco appeal - almeno sulla carta - divenuta, episodio dopo episodio, una piacevole certezza per le visioni da piccolo schermo made in Saloon.Trascorsa una decisamente più che discreta prima stagione, questa creatura dell'incontenibile J. J. Abrams a metà tra X-Files ed Alias è riuscita a spazzare via ogni residuo di dubbio grazie ad una grande intelligenza nella gestione delle sue risorse, da quelle drammatiche - il rapporto tra Walter e Peter, la questione morale sulle scelte che guidarono il primo nel corso della sua incursione nell'universo parallelo al nostro - a quelle prettamente votate all'intrattenimento, dagli episodi fini a se stessi a quelli "a tema" - splendidi i cambi di grafica della sigla, piacevolissima la versione noir tratta dalla fiaba che Walter racconta alla nipote di Olivia -: Fringe non sarà il nuovo Lost, o uno di quei titoli cui pare di non poter rinunciare, eppure il suo incedere è solido, la logica - per quanto si tratti di argomenti che spesso e volentieri la trascendono - non mostra il fianco e la tensione regge e coinvolge dall'inizio alla fine, un pò come i protagonisti.Perchè se è pur vero che un prodotto di questo genere, per poter sperare nel successo e soprattutto nella garanzia di qualità, deve poter contare su script all'altezza e regie convincenti, è altrettanto vero che l'empatia che i personaggi principali susciteranno nell'audience finirà per giocare un ruolo chiave almeno quanto il successo in termini di ascolti: in questo senso, la squadra formata dalla divisione Fringe funziona che è una meraviglia.Olivia Dunham, ferita come la più fragile delle eroine toste e solitarie, destinata a vivere sempre in perdita - fondamentali i due episodi legati al destino di Charlie Francis e alla rivelazione dei suoi sentimenti per Peter - e ad allargare le spalle per reggere un peso che pare comunque troppo grande; Peter Bishop, genio in perenne confronto con il padre ed in bilico tra la scelta di vivere istintivamente la propria vita e quella di approcciarla razionalmente, con la spada di Damocle rappresentata dal genitore a pendergli sul collo; Astrid Farnsworth, fedele ed insostituibile spalla ed assistente, apparentemente "invisibile" eppure sempre presente, come una sorella che sostiene senza che i fratelli minori e casinisti possano accorgersene anche soltanto da lontano; Philip Broyles, comandante dai modi spicci da duro sempre pronto a giocarsi il tutto e per tutto per la sua squadra; ed infine, il vero asso nella manica di Fringe: Walter Bishop.Fragile ed indifeso, geniale ed assolutamente pericoloso, spontaneo ed a suo modo letale, un predatore dormiente come pochi se ne sono visti nella storia dei serial televisivi: in questo senso, ottimo davvero John Noble a donare uno spessore clamoroso ad un personaggio di quelli che ogni attore sognerebbe di interpretare e sceneggiatore di scrivere, considerate tutte le sfumature che è in grado di regalare.Al cocktail già vincente di una squadra di questo genere si unisce un crescendo davvero incisivo che lascia aperti sbocchi interessantissimi per l'evoluzione della serie, che con l'avvicinamento dei due universi finirà per regalare allo spettatore quasi una doppia razione di se stessa, grazie ai personaggi presenti nelle loro differenti - a volte addirittura opposte - versioni.Un plauso dunque agli autori, oltre che agli interpreti, che hanno saputo rivitalizzare un genere tendenzialmente di nicchia e ad uso e consumo dei nerd più nerd conferendogli quell'approccio cool che una serie del nuovo millennio deve sperare di possedere nel tentativo di fare breccia e diventare, costi quel che costi, un classico del genere.
MrFord
"I'm starting with the man in the mirror
I'm asking him to change his ways
and no message could have been any clearer
if you wanna make the world a better place
take a look at yourself, and then make a change."Michael Jackson - "Man in the mirror" -
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