Magazine Cinema
Visto qui and here.
Un gatto (studente?) vive tra sesso occasionale (ma piuttosto consistente), fumo di marijuana, contestazioni, tentativi di rivoluzione, attentati neonazisti, prostitute e morti improvvise.
Non c'è una vera e proprio trama in questo film, più un lavoro di cucito di scene indipendenti fatte apposta per colpire duro sullo sguardo di uno spettatore dei '70s.
Il disegno è ruvido, ma personalmente lo trovo perfetto per il tono ed il tema del film, la regia cerca di dare spessore alle immagini con scelte oculate nei colori e con disegni accurati (per i personaggi principali) o più caricaturali quando viene ritenuto opportuno (vengono ancora usati i merli per gli afroamericani!).
Se il tratto è buono, la storia è latitante, si salva per l'originalità dell'opera, ma la sua insistente provocazione ha poco significato al giorno d'oggi. Di fatto è un film invecchiato molto; rimane un pezzo da museo da guardare con leggerezza. In fondo è il primo cartone animato vietato ai minori di 18 anni.
Pessimo il doppiaggio originale per qualità del suono.
Pessimo il doppiaggio italiano per il contenuto; ammazza il sonoro originale senza sostituirlo, uccide le canzoni anni 70 statunitensi con deboli canzoni anni 70 italiane, mette i dialetti di tutta Italia in bocca ai personaggi (ma in fondo questo è il meno per chi, come me, è venuto su a suon di Simpson) e sostituisce battute rapide con riferimenti sessuali (ma anche commenti sulla questione razziale) con idioti commenti sulle diete da seguire o sulle differenze fra Milano e Roma; sostituisce addirittura molti silenzi con commenti inutile. Non dico che faccia perdere ulteriormente il ritmo, ma quasi. Gli concedo l'attenuante generica per il fatto che questioni molto americane sono ora note a tutti per il bombardamento culturale degli ultimi 30 anni, ma nel decennio in cui uscì cose come la questione razziale non potevano essere comprese... quindi si sostituì il quartiere nero con little italy...
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