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Friuli Venezia Giulia, "Un paese di primule e caserme", un film alla ricerca di un sostegno concreto
Creato il 04 aprile 2014 da Gaetano61(interno della caserma Sbaiz di Visco (Udine), foto tratta dal sito "Un paese di primule e caserme")
428 siti dismessi - uno ogni 15 km di territorio - , 100 kmq di estensione complessiva - pari all'1,3% del territorio regionale, sono i numeri delle caserme e di altri siti militari che hanno caratterizzato il territorio di una Regione, il Friuli Venezia Giulia, che fino alla caduta del Muro di Berlino ha rappresentato la frontiera con l'Europa dell'Est, una realtà interessante sotto diversi punti di vista: una presenza militare che ha inciso anche sul paesaggio; qui, molti ragazzi, provenienti da ogni parte d'Italia, hanno svolto il servizio militare; un'economia di servizi, tuttora rimpianta dagli operatori interessati, fiorì attorno alle caserme.
I cambiamenti nei rapporti internazionali hanno fatto sorgere il problema del riutilizzo delle caserme ora abbandonate al loro destino, corrose dal tempo e dalle complicazioni della burocrazia.
Tre anni fa è nato un progetto, dal titolo: Un paese di primule e caserme, per documentare "i risvolti umani di una militarizzazione. Una ricostruzione della nostra memoria collettiva attraverso un mosaico di storie". L'iniziativa è partita da una collaborazione tra Cinemazero, Tucker Film e LaRea - Arpa Fvg. L'associazione Agata Edroc, con la ricerca Addio alle armi, ha portato avanti la mappatura dei siti dismessi proponendo anche ipotesi di riconversione.
Autori del documentario sono Diego Clericuzio, regista, e Riccardo Costantini, sceneggiatore e produttore
Per l'uscita del film mancano le operazioni di montaggio e di post-produzione. Il documentario ha goduto di fondi pubblici e privati, ma, come si legge sul sito, "in minima parte, perché il tema è davvero scottante: le caserme abbandonate sono senza ombra di dubbio un problema enorme (nel vero senso della parola, sia per dimensioni che per i costi di riqualificazione relativi) e spesso si preferisce non parlarne, piuttosto che ipotizzare delle soluzioni."
Affinché il film possa uscire, i promotori hanno lanciato una sottoscrizione online per la raccolta dei 5000 euro necessari per la conclusione dell'opera. C'è tempo fino al 15 aprile. Per maggiori informazioni, cliccare qui.
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