Alle ore 12 di una mattina come tante la ‘povna e i Merry Men sono come sempre barricati in aula. Loro scrivono alacremente sui loro fogli protocollo. La ‘povna, dal canto suo, li guarda: alle prese, agitati e bendisposti, con i dubbi e gli entusiasmi del loro primo tema letterario.
La concentrazione e il (rarissimo) silenzio vengono interrotti da un bussare sulla porta. Il bidello MiStanco entra con una comunicazione.
“Deve telefonare a Barbie, professoressa ‘povna, è molto urgente. Vada, forza, ci sto io a controllare”.
“Che vorrà la preside, professoressa?” – sgrana gli occhi, curiosi, il Panda.
“Secondo me le vuole dare un altro corso, prof., io ci scommetto: ché tanto qui si sa che siete solo lei e pochi altri a lavorare”.
“Magari le dà un premio perché si comporta bene ed è una brava insegnante…” – Soldino la guarda con il sorriso storto.
“Eh, sì, magari funzionasse così. E invece niente” – la Pesciolina scuote la testa pessimista – “lei fa il triplo, ma guadagna come loro”.
La ‘povna si sottrae alla beatificazione in vita correndo al telefono. Arriva in segreteria (dove la Segretaria Scema, pensionata, è stata sostituita da Arcigna), prende il telefono, fa il numero, chiama.
“La aspettavo, professoressa ‘povna, ora le spiego di che cosa ho bisogno…”.
Segue qualche minuto di conversazione rapida.
La ‘povna ascolta, allibita e sorridente.
Poi ringrazia, saluta, e torna in classe alla velocità della luce.
“Allora, prof.?” – Weber precede tutti gli altri.
“Beh, roba da matti: pare che la settimana prossima sia stata bandita una conferenza stampa, e Barbie mi ha chiamato per essere presente, dovrò rispondere alle interviste sul progetto del libro telematico che vorremmo far partire, dall’anno prossimo, nella nostra scuola”.
“Fantastico, prof., è giusto: lei ha il pad, il kindle, il gruppo: chi altri vuole che vada, a parlare di testi in file coi giornalisti!”.
“Mi raccomando” – Piccolo Giovanni le sorride impunito come sempre – “si vesta bene, non troppo seriosa, eh, non ci sfiguri”.
La ‘povna sorride.
“Farò il possibile. però così dovrò rinunciare a ben due ore di lezione. E sapete che a me non piace perderle: oltre tutto, una sarebbe proprio con voi, per la copiatura-tema”.
“Per la scuola e il computer, questo e altro: sappiamo quale è il nostro compito, professoressa, non si preoccupi. Ci sacrifichiamo”.
“Anzi, per evitare di dare fastidio ad altri colleghi” – rilancia Rebecca – “dica direttamente a Daddy LongLegs di farci uscire a mezzogiorno; certo, preferiremmo sicuramente stare a scuola un’ora in più, ma la stampa è la stampa”.
“Va beh, allora è deciso” – Sornione chiosa da fondo – “Evviva!”.
La campana suona, la ‘povna raccatta tutto. E intanto, domani è un altro giorno, vorrebbe non fare sfigurare la sua scuola nel ruolo di Front-Woman.