Ivan Malfatto per il Gazzettino
«Una franchigia federale è l’ultimacosa che mi auguro. Se fossimo costretti la faremmo temporaneamente, in attesa di trovare altre soluzioni, perchè non abbiamo nessuna intenzione di uscire dalla Rabodirect Pro12. Ma non abbiamo altrettanto l’intenzione
di accollarci una franchigia permanente».
Il presidente della Fir Giancarlo Dondi parla alla vigilia del venerdì di passione che attende il consiglio federale. Il 6 aprile a Parma è infatti convocato sul tema: «Esame della situazione della franchigia Aironi». Il sistema professionistico messo in piedi solo due stagioni fa per l’alto livello italiano è già in crisi. Perchè costruito su basi non condivise
Fir-franchigie. Come contesta da sempre Treviso, chiedendo concertazione e non imposizione delle scelte. E perchè gli Aironi verserebbero in condizioni economiche
così gravi da richiedere un consiglio apposito sulla loro situazione.
Cosa si aspetta dal consiglio del venerdì santo?
«Sul fronte Benetton spero di verificare che i rapporti sono migliorati. Sul fronte Aironi attendouna risposta chiara e definitiva sul sostegno tecnico (staff gratuito, ndr) a cui ci eravamo impegnati. Da parte mia c’è la piena volontà di trovare soluzioni e risolvere i problemi delle franchigie. Sono lontano da qualsiasi intento polemico con esse».
Partiamo dal Benetton: il presidente Amerino Zatta chiede dialogo, confronto paritetico e non imposizioni dalla Fir. Condivide?
«Io non condivido né biasimo nulla. Noi come Fir abbiamo responsabilità maggiori dei club
verso il movimento. A volte mi risulta difficile capire la parità. Però la volontà di dialogare c’è. Sempre. Ho partecipato a una riunione con Zatta, l’avvocato Laghi e il vice presidente Nino Saccà. Pensavo di aver chiarito molte cose, poi sono tornati i problemi. Ora Sacca è stato a Treviso, farà una relazione al consiglio e valuteremo. L’obiettivo è trovare un modus vivendi che permetta di crescere alla Nazionale e a Treviso nelle rispettive competizioni».
In casa Aironi problemi economici, voci di dimissioni del presidente Silvano Melegari e del vice presidente della Fir Cesare Barzoni.
«Di Melegari ho letto solo sui giornali, non so niente. Barzoni ha scritto una lettera di dimissioni che personalmente ho respinto. Ora decideranno lui, se vuole confermarle,
e il consiglio. Sul fronte finanziario alle franchigie abbiamo proposto 3 milioni di euro a
testa. Uno da versare agli organizzatori della Celtic. Due fissi, invece del 60% degli stipendi, per l’uso dei giocatori. In questo modo le due società avranno cifre di entrata certe da inserire a bilancio. Poi abbiamo proposto a chi vuole lo staff tecnico federale gratuito. Oltre
a questo non possiamo andare con gli Aironi. Non possiamo sostituirci agli sponsor. Altrimenti faremmo due pesi e due misure rispetto al Benetton. Non sarebbe giusto nemmeno nei confronti dei club di Eccellenza che hanno anch’essi problemi a trovare finanziamenti».
Se questo non bastasse e una franchigia dicesse addio?
«Apriremo subito il nuovo bando per cercare alternative. O troveremmo altre soluzioni, come quella temporanea della franchigia federale. Ma sono sereno. Penso non succederà e alla fine troveremo un accordo».