Ancora una volta i registi francesi dimostrano come il cinema d'oltralpe sia un fiore all'occhiello della cinematografia mondiale. Frontiers è un film thriller/horror magistrale, realizzato con intelligenza e originalità. Siamo in Francia in un futuro distopico dove prevalgono le forze di estrema destra. Un gruppo di amici decide di lasciare Parigi per rifugiarsi in Olanda ma nel bel mezzo del viaggio finisce in una casa abitata da una famiglia neo nazista che dopo averli attirati con l'inganno, li uccide uno ad uno in quanto esempio di razza impura. Solo Yasmine (incinta di tre mesi) viene risparmiata ma solo perché in quanto donna in età fertile può preservare la razza e portare avanti la discendenza della famiglia. Molti accusano il film di essere troppo truculento e di rifarsi spudoratamente a produzioni precedenti come i vari Saw e Hostel. Non sono assolutamente d'accordo. Innanzitutto la violenza presente nel film non è fine a se stessa ma ha un senso in quanto ogni morte non è (come accade per esempio in Saw) fulminea, ma anzi viene prolungata come nel gioco del gatto col topo, creando suspence e tensione ai massimi livelli. Ogni tanto ho avuto bisogno di tapparmi gli occhi ma questo accresce solo il senso di realismo che pervade ogni singola sequenza di questo film. Il realismo è molto evidente anche nelle azioni di Yasmine che non è una wonder woman come accade nelle produzioni americane (prendiamo Resident Evil per esempio), ma è una donna disperata che riesce a eliminare i suoi carcerieri non con mosse da karateka o calci volanti al rallentatore ma solo con la forza data dallo choc e dalla voglia di sopravvivere nonostante tutto. Molto ben studiata anche la famiglia di pazzi con a capo il vecchio nazista (il "padre") che molto si discosta dai ceppi famigliari distorti che troviamo per esempio in Non aprite quella porta. Il regista non cerca di stupire attraverso la rappresentazione delle mostruosità fisiche nate dall'incesto, tutti (o quasi) i componenti della famiglia hanno un aspetto normale e quelli che non ce l'hanno sono solo citati e praticamente non si vedono mai. E' insomma un horror molto visivo ma anche attento a qualcosa di meno pragmatico come per esempio la caratterizzazione dei personaggi, tutti mossi da motivazioni personali forti e non semplici stereotipi come nel cinema Usa. Bello anche il finale che dice ma non dice.Voto 7,5
Magazine Cinema
Ancora una volta i registi francesi dimostrano come il cinema d'oltralpe sia un fiore all'occhiello della cinematografia mondiale. Frontiers è un film thriller/horror magistrale, realizzato con intelligenza e originalità. Siamo in Francia in un futuro distopico dove prevalgono le forze di estrema destra. Un gruppo di amici decide di lasciare Parigi per rifugiarsi in Olanda ma nel bel mezzo del viaggio finisce in una casa abitata da una famiglia neo nazista che dopo averli attirati con l'inganno, li uccide uno ad uno in quanto esempio di razza impura. Solo Yasmine (incinta di tre mesi) viene risparmiata ma solo perché in quanto donna in età fertile può preservare la razza e portare avanti la discendenza della famiglia. Molti accusano il film di essere troppo truculento e di rifarsi spudoratamente a produzioni precedenti come i vari Saw e Hostel. Non sono assolutamente d'accordo. Innanzitutto la violenza presente nel film non è fine a se stessa ma ha un senso in quanto ogni morte non è (come accade per esempio in Saw) fulminea, ma anzi viene prolungata come nel gioco del gatto col topo, creando suspence e tensione ai massimi livelli. Ogni tanto ho avuto bisogno di tapparmi gli occhi ma questo accresce solo il senso di realismo che pervade ogni singola sequenza di questo film. Il realismo è molto evidente anche nelle azioni di Yasmine che non è una wonder woman come accade nelle produzioni americane (prendiamo Resident Evil per esempio), ma è una donna disperata che riesce a eliminare i suoi carcerieri non con mosse da karateka o calci volanti al rallentatore ma solo con la forza data dallo choc e dalla voglia di sopravvivere nonostante tutto. Molto ben studiata anche la famiglia di pazzi con a capo il vecchio nazista (il "padre") che molto si discosta dai ceppi famigliari distorti che troviamo per esempio in Non aprite quella porta. Il regista non cerca di stupire attraverso la rappresentazione delle mostruosità fisiche nate dall'incesto, tutti (o quasi) i componenti della famiglia hanno un aspetto normale e quelli che non ce l'hanno sono solo citati e praticamente non si vedono mai. E' insomma un horror molto visivo ma anche attento a qualcosa di meno pragmatico come per esempio la caratterizzazione dei personaggi, tutti mossi da motivazioni personali forti e non semplici stereotipi come nel cinema Usa. Bello anche il finale che dice ma non dice.Voto 7,5
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