Può un mucchio di sandali usati diventare un messaggio di pace? Sì, se quei sandali vengono assemblati in un’installazione in modo da sembrare le piume delle ali di un angelo. Fra gli eventi collaterali della 56esima Biennale d’Arte di Venezia c’è una mostra davvero da non perdere: Frontiers Reimagined. Art That Connect Us. Rimarrà aperta fino al 22 novembre 2015 nella splendida sede cinquecentesca del Museo di Palazzo Grimani, dove si trovano esposte opere di 44 artisti contemporanei – alcuni famosi, altri emergenti – provenienti da 25 nazioni.
Il filo conduttore della mostra è la ricchezza del dialogo interculturale in corso fra artisti di tutto il mondo che sanno superare e reimmaginare le frontiere (da cui il titolo della mostra stessa) proprio in quest’epoca di riemergenti nazionalismi e tamburi di guerra. Un messaggio di pace e multiculturalismo in cui non mancano richiami anche al buddhismo (come in Anicca, termine di lingua pali che significa “Impermanenza”, titolo dell’opera sottostante, della thailandese Kamolpan Chotvichai).Tutto questo fa parte del “patrimonio genetico” dell’organismo promotore della mostra, la Tagore Foundation International. Il suo direttore è infatti Sundaram Tagore, discendente di Rabindranath Tagore, che fu premio Nobel per la Letteratura nel 1913, le cui raccolte di poesie e romanzi sono largamente pubblicate in Italia, amico del Mahatma Gandhi (fu lui a dargli il titolo di Mahatma, cioè Grande Anima) e sopratutto instancabile promotore del dialogo Oriente-Occidente. L’ispirazione della mostra di Palazzo Grignani è dunque figlia della storia della famiglia Tagore come è espressa oggi dalla Tagore Foundation International che per statuto «incoraggia il dialogo sociale, spirituale ed estetico tra l’Asia ed altre zone del mondo».
Magazine Cultura
Secondo Marius Kwint, che con Sundaram Tagore ha curato la mostra, «Frontiers Reimagined vuole annullare le barriere del nazionalismo predominante, dell’etno-centrismo e della politica identitaria. In questa fase della storia, con persone nel mondo sempre più rinchiuse in ideologie intransigenti, la fusione di idee oltre i confini non è mai stata più vitale». Un lavoro che viene svolto anche dalla Sundaram Tagore Gallery che organizza esposizioni nelle sue sedi di New York, Singapore e Hong Kong.