Frontman, la vendetta

Primo giorno di scuola.
Nuova classe e vecchia classe.
La vecchia classe la vedrò. I bocciati che sono in una classe dove io non sarò più, ecco, giuro, me li sono dimenticati.
La classe nuova ha un sacco di belle faccette, ma non vuol dire.
Li ho messi in fila per andare in aula:
“Ragazzi, per favore, mettetevi in fila per due ché dobbiamo passare di qui e di là”
Il primo della fila:
“Eh, adesso ci mettiamo anche per manina”.
No, per dire, le belle faccette.
Sì, comunque, questo l’ho segato subito, non ha più detto niente fino all’uscita.
In compenso, c’è Frontman che ha cominciato con qualche domandina leggera mentre andavamo in aula, ha proseguito in classe, e quando siamo ri-usciti a vedere dove erano i gabinetti mi ha chiesto:
«Ma io, per caso, le sono antipatico?»
«???»
«No, sa, perché sto cercando di trattenermi, ma io lo so che parlo troppo, e magari le sono antipatico.»
«Non ti conosco, non puoi essermi già antipatico.»
«No, era per sapere, perché non vorrei mi avesse preso di mira.»
«Scusa, Frontman, ho parlato con te perché tu hai continuato a far domande.»
«Vero, ma guardi, sto cercando di impegnarmi a non rompere.»
«Non preoccuparti, quando rompi, te lo dico.»
«Ah, ecco, bene. Non è che le sto antipatico, vero?»
«No, non mi sei antipatico.»
«Ah, ecco, perché alle elementari è stata una tragedia.»
«???»
«No, no, non le dico niente, è solo che alla fine mi spiaceva lasciare tutti i compagni delle elementari ma a loro no, perché mi hanno sopportato cinque anni.»
Cinquantotto persone alle sue spalle fanno di sì con la testa. Cioè, magari erano meno di cinquantotto, ma lo facevano con così tanta convinzione da sembrare di più.
«Va bene, adesso posso spiegare il regolamento?»
«Certo, le prometto che cerco di trattenermi.»
«Bene.»
«Perché lo so che se continuo a parlare do fastidio.»
«Allora stai zitto, adesso?»
«Certo? Ma perché mi dice così? Per caso le sto antipatico?»

No, dico: ho appena sbolognato OttoPunto26 e mi ritrovo Frontman?