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FRUIT TREE #VentagliDiParole #UniversoVersi

Creato il 27 agosto 2015 da Albertomax @albertomassazza

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Safe in the womb
Of an everlasting night
You find the darkness can
Give the brightest light
Safe in your place deep in the earth
That’s when they’ll know what you were truly worth
Forgotten while you’re here
Remembered for a while
A much updated ruin
From a much outdated style.
(Nick Drake, Fruit tree)

Nel giardino di Nick, si allunga l’ombra della pianta da frutto malata.
Povero Nick, già nel cognome il segno dell’inappartenenza, la beffa, il drago, come il pirata
della regina vergine, la troia sanguinaria.
Ma non sputava fuoco, Nick: soltanto tristi fioriture di presagi in ricamati aliti.

Al morto che cammina si abbina la condanna d’essere il boia di sé stesso, peso eccessivo da sopportare per non abbandonarsi alla speranza nella provvidenziale grazia dello schianto.
Oh, invocazione vana se la tessitura è ancora nelle mani del Gran Sadico, il deformante specchio dello spirito del mondo.
Il morto che cammina è il boia di sé stesso e d’ogni dove giungono segni a ricordarmi che il 47 è il morto che parla, passa o non passa la nottata, si parla più da morti che da vivi quando le parole son macigni insostenibili per le esili leve del mondo.

La solitudine è un teatro in cui rimbalzano echi di parole irriducibili,
evaporate nell’attesa di un pubblico abbonato al ritardo e all’indifferenza.

Che si potesse immaginare tanto!
Al vaglio delle ipotesi
non c’era la grazia dello schianto.
Pareva una parentesi,
per quanto duratura,
la morsa dell’arsura.



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