Ftse Mib -5,63%
Il rimbalzo della vigilia è rimasto isolato. Positiva solo A2A, per il resto una totale disfatta. Ubi banca e Saipem fanno registrare ribassi a doppia cifra.
Non si salva nulla, crollano le Borse in tutti e cinque i continenti, ciò che avevamo paventato tempo fa si sta puntualmente verificando, mentre i listini azionari salivano vi avvertivo che quando sarebbe iniziata la discesa ci saremmo trovati senza freni ed è proprio quello che sta accadendo.
La Yellen ieri ha cercato di dire che non alzerà più i tassi, ma nessuno è stato ad ascoltarla, ormai le parole valgono zero, sono inutili, è come cercare di fermare la corsa pazza di un autobus a mani nude.
Il dollaro crolla, il cambio Eur/Usd sta viaggiando verso quota 1,137 e contemporaneamente l’oro torna a volare, ha superato anche quota 1.260 dollari per oncia.
Naturalmente la colpa di tutto ciò è il Quantitative easing, ossia i miliardi di dollari di plastica che solo oggi ci accorgiamo che non valgono nulla.
Il nostro povero Ftse Mib (-5,63%) è martoriato esattamente come nel 2011, e fra un po’ ci diranno che serve “più Europa”, il che significa cedere sempre più sovranità in modo tale che ci potranno depredare con maggiore facilità.
L’emblema dell’Italia oggi è Saipem, un piccolo gioiello che ci verrà sottratto per due soldi, il titolo oggi è rimasto sulla parità per l’intera mattinata, poi, quando hanno cominciato a pigiare sulla tastiera a Wall Street è crollato in pochi minuti di 9 punti percentuali, successivamente, però, li ha recuperati. Ma nelle battute finali sono arrivate solo vendite ed il titolo è sprofondato andando a perdere il 12%!!! Negli ultimi tre mesi, in Borsa, Saipem ha perso il 70% del proprio valore, e dai massimi del settembre 2012 ha perso oltre il 93%. Le società di rating da mesi continuano a far piovere downgrades e report iper-negativi sull’azienda. Tutto normale?
Ubi Banca ha comunicato la trimestrale, il 2015 si è chiuso con un utile di 116,8 milioni di euro, mentre l’anno prima aveva fatto segnare una perdita di 725,8 milioni di euro, distribuirà un dividendo di 11 centesimi, mentre l’anno precedente era di 8 centesimi e con queste notizie il titolo oggi ha perso oltre 12 punti percentuali, ci si dovrebbe domandare, ma se i risultati economici fossero stati peggiori cosa sarebbe accaduto?
Povera Italia.
Le sue banche non valgono più nulla, le sue aziende non valgono più nulla, il lavoro dei nostri padri, il nostro lavoro, svenduto come roba vecchia, è davvero umiliante.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro