Il Ftse Mib ha chiuso la seduta a 20.519 punti, registrando un +0,24%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +6,57%.
Mercoledì si scriveva così:
“A questo punto, le ipotesi cui assegno maggiori probabilità sono sostanzialmente due:
- prosegue il rialzo del mercato senza correzioni significative, costringendo chi vuole salire sul treno a farlo a prezzi più elevati di quelli sperati;
- avvio di una correzione del mercato sulla notizia (un famoso detto finanziario consiglia di “acquistare sulle voci e di vendere sulla notizia”.) che inizialmente fa credere ai più che il rialzo sia esaurito, per poi lasciare spazio in futuro alla ripresa del rialzo. In questo caso si configurerebbe il tentativo di pull back descritto in precedenza.”
Grafico:
Grafico nr. 1 – Ftse Mib – Forchette
L’annuncio delle dimensioni del QE, nettamente superiori alle attese della vigilia, ha favorito ulteriori allunghi dei listini.
S’è così configurato il primo dei due scenari indicati, con una salita che ha obbligato chi volesse partecipare al mercato, di farlo nei pressi dei massimi delle ultime settimane.
L’andamento del Ftse Mib ha dimostrato l’importanza del trend primario rialzista e la rilevanza finanziaria delle Banche Centrali, aspetti annoverati a più riprese in questo blog.
La forchetta ribassista che ha governato il calo avviatosi nel giugno dello scorso anno appare un lontano ricordo.
D’altra parte, come già sottolineato in passato, un trend secondario ribassista tende ad essere assorbito dal trend primario rialzista.
Il prossimo obiettivo rialzista per il nostro indice è rappresentato dall’area intorno alla mediana che, la prossima settimana, transiterà a 21.150 punti; si tratta di circa un 3% rispetto ai valori attuali, una distanza relativamente breve.
Magari la correzione giungerà prima, ma al momento non sono presenti figure di inversione ribassista e sia l’RSI settimanale che quello mensile non segnalano eccessi di ipercomprato, nonostante i quasi 13 punti percentuali guadagnati nelle ultime due settimane.
Il prezzo contenuto del petrolio, l’euro debole e gli stimoli monetari della BCE sono aspetti che descrivono un contesto favorevole alla ripresa economica dell’Area Euro: auguriamoci siano sfruttati il più possibile.
Da precisare, ad ogni modo, che se da una parte un calo del petrolio favorisce un’area importatrice come quella Euro, dall’altra spesso è termometro di spiacevoli rischi deflattivi.
Pertanto, una stabilizzazione o un rialzo non eccessivo del petrolio rappresenterebbe un aspetto positivo.
Concludo ricordando che domenica si svolgeranno le elezioni politiche greche: i sondaggi vedono favorito Tsipras (candidato del partito Syriza) ma senza i numeri per governare da solo.
Riccardo Fracasso