Sono passati solo pochi giorni dalla segnalazione di ’68 e di Jungle Jim, fumetto che fonde la guerra in Vietnam con una classica zombie apocalypse, ed eccomi qui di nuovo a parlarvi di un’altra graphic novel che propone un’ibridazione molto simile.
Questa volta lo scenario è quello più classico della Seconda Guerra Mondiale, sconvolta nel 1944 (ucronico) da una bella invasione di massa di morti viventi, che si danno da fare per divorare, molto democraticamente, sia i Nazisti che gli Alleati, sia i giapponesi che gli americani.
Sto parlando di Fubar, edito dall’omonima Fubar Press, una realtà microeditoriale attiva da poco tempo attiva nel campo dei fumetti, eppure piena di iniziative ed entusiasmo.
Stephen Lindsay, responsabile del progetto, si chiede (saggiamente): “C’è davvero bisogno di un nuovo fumetto di zombie?” La risposta più spontanea sarebbe: No, perché il genere è saturo.
Tuttavia Lindsay fa anche una valutazione molto valida e al contempo semplicissima: i lettori amano gli zombie, e adorano vederli calati in contesti variegati e alternativi. Tra l’altro l’incrocio tra guerra e ritornanti funziona sempre bene.
Quale conflitto si presta meglio alla faccenda, se non la Seconda Guerra Mondiale?
Come per ’68, anche qui il punto di forza del progetto sta nella passione che gli autori hanno messo nella realizzazione dei primi due volumi della saga. Passione e sano divertimento, non senza qualche inquietante e sagace “messaggio” di fondo, che però non rovina mai il puro e semplice divertimento della lettura.
Per capirci: volete zombie, soldati, nazisti, kamikaze giapponesi etc etc? Li troverete. Desiderate un secondo livello d’interpretazione, un qualche risvolto sociale? Trovete anche quello, di tanto in tanto, ma senza demagogia da Corriere dei Piccoli.
I volumi di Fubar contengono un numero di episodi autoconclusivi, in modo da dare uno sguardo più ampio possibile sui vari scenari della guerra, sconvolti dalla resurrezione in massa di zombie affamati di carne vivente.
Il primo numero, European theater of the dead, è ambientato nel vecchio continente. Tredici storie di buon livello, con almeno un paio di gioiellini davvero molto riusciti. Spicca su tutti quello di un outbreak di zombie all’interno di un campo di concentramento polacco. Gli zombie resuscitano dalle fosse comuni, seminando morte e terrore tra le SS. Un ufficiale nazista si troverà costretto a collaborare con un ebreo per raggiungere la stazione dei treni e quindi la salvezza.
Molto buono anche il brevissimo episodio introduttivo, che vede un paracadutista americano bloccato su un albero, in Normandia, con una marea di zombie “multinazionali” sotto di lui, in attesa del pranzo.
Il secondo volume, Empire of the rising dead, è ambientato nel pacifico, dove giapponesi e americani si trovano a loro volta coinvolti in una zombie apocalypse di dimensioni bibliche. Non ho ancora avuto modo di leggerlo, ma la preview gratuita è molto intrigante, così come l’artwork e la copertina, davvero molto bella.
Entrambe i volumi sono al momento disponibili in lingua inglese sul sito della Fubar Press. E’ possibile acquistarli anche in bundle (due libri insieme, a prezzo scontato). Sul medesimo sito troverete anche le preview dei due album e alcuni gadget interessanti, dalla maglietta ufficiale di Fubar ai bersagli sagomati per fare pratica di “tiro allo zombie”.
L’argomento sarà pure per i soli appassionati, ma la cura, la passione e l’iniziativa dei tizi della Fubar è encomiabile. Ad avercene, di progetti del genere. Per quel che mi riguarda spero qualche editore italiano si accorga di questa piccola ma interessante realtà, portandola anche qui da noi.
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