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Recensione di Nell’anno della tigre di Silvana Mazzochi

Creato il 18 giugno 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori
Recensione di Nell’anno della tigre di Silvana Mazzochi

Recensione di Nell’anno della tigre di Silvana MazzochiVoto:

Recensione di Nell’anno della tigre di Silvana MazzochiInformazioni sul libro

Titolo: Nell'anno della tigre di Silvana Mazzocchi

Pubblicato da: Feltrinelli nel Maggio 2015

Formato e pagine: eBook, Pagine 216

Social: Il libro su Goodreads

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Trama:

Un saggio-inchiesta, una riflessione acuta, scritta divinamente da Silvana Mazzocchi, che scava profondamente nella vicenda del sequestro Aldo Moro e nella sua tragedia. Ma questa volta ogni fatto viene raccontato dalla parte più oscura, ovvero con gli occhi e le sensazioni di Adriana Faranda ex dirigente della colonna romana delle BR.

Recensione di Nell’anno della tigre di Silvana Mazzochi

" Che Moretti avesse scelto proprio lei per scortare il cadavere di Moro, ad Adriana era sembrata una vera e propria violenza. Gratuita e perfida. Non aveva replicato, ma lo aveva attraversato con quel suo sguardo che parlava da solo [...]"

Adriana Faranda inizialmente entrò in Potere Operaio, nel 1973 accompagnata da altri esponenti che poi diventarono "celebri" fra i quali Bruno Seghetti e il suo compagno Valerio Morucci. Lei fu tra le persone fondatrici del gruppo estremistico LAPP (Lotta Armata Potere Proletario); in seguito entrò nelle Brigate Rosse, nelle quali fece parte dei suoi vertici direttivi. Insieme a Mario Moretti, Prospero Gallinari, Bruno Seghetti, Valerio Morucci, Germano Maccari e Barbara Balzerani, fu uno dei componenti centrali della "colonna romana" che organizzò il sequestro di Aldo Moro. Abbandonò questa organizzazione terroristica dopo l'assassinio del politico, durante il cui rapimento agiva come "postina", nel giugno del 1978. Fu infatti tra i pochissimi che dissentirono insieme a Morucci e a Maccari, e provarono a opporsi all'omicidio del politico: questo l'avrebbe portata a una rapida estromissione dall'organizzazione, che lasciò per seguire formazioni legate a Franco Piperno. Tentò, senza successo, di creare una nuova formazione di lotta armata.

Nell'anno della tigre, dopo una breve prefazione, si apre con un'introduzione di Adriana Faranda che rimanda a una riflessione quasi redentiva, un'osservazione sentita a cavallo tra gli anni Settanta e oggi, quest'epoca moderna con forse meno speranze e sogni, dove ogni paragone diventa un abisso. Lei stessa scrive:

" I tempi sono mutati come quella solidarietà empatica che ci legava e ci spingeva a farci manganellare nelle piazze per un Vietnam di cui sentivamo il respiro insanguinato senza avvertire alcuna distanza, si trasformava in quel periodo, giorno dopo giorno in solidarietà guerreggiante."

Silvana Mazzocchi cerca di mettere in evidenza l'animo di questa donna immedesimandosi in maniera eccezionale sottolineando l'aspetto umano e la violenza di un ideologia cieca e assoluta, in grado di distruggere la vita di quelli asserviti e delle proprie vittime. Ha analizzato la " punta estrema " di un fenomeno politico e generazionale dal lato opposto, episodio che aveva costituito una fetta di coltura della grande bestia del terrorismo italiano negli anni Settanta, raccontando in queste righe una delle storie più note e tragiche, che ha segnato il nostro paese tra silenzi e misteri fino ad oggi.

Fabrizio Raccis

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