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Fuck Azerbaijan

Creato il 16 aprile 2015 da Clach
Cappadocia, love valley

Cappadocia, love valley

Finalmente arrivato a Tbilisi dopo lunghe peripezie, oggi avrei dovuto andare all’ambasciata dell’Azerbaijan a chiedere il visto per quella che sarebbe dovuta essere la nazione #94 nella mia insulsa missione di arrivare a 100 entro la fine dell’anno. Invece stamattina, dopo l’ennesima notte in un letto scomodo, ho deciso che era ora di basta.

Questo è sicuramente il viaggio più scomodo e duro in 12 anni di vagabondaggio. Tra il clima freddo, le tensioni continue nei paesi che ho visitato, gli infimi standard degli alloggi e di vita in generale: niente è stato facile e rilassante, e fuori dalla mia comfort zone e blabla, ma vaffanculo, la vita è fatta per essere goduta.

La verità è che l’effetto a breve termine di questi mesi è che sono diventato molto più intransigente, spero non intollerante, verso altre “culture”, che sinceramente fatico a definire tali, quando opprimono l’essere umano così tanto a livello individuale e sociale, tra auto distruzione (il fumare o bere in modo esagerato, come puro vizio) e corruzione, guerre e ignoranza.

Il motivo per cui scrivo questo sfogo è per cercare di liberarmi dalla nube di negatività, sempre più spessa man mano che accumulo stanchezza, che si è impadronita di me e che mi sta rendendo sempre più pesante e difficile ogni minima decisione.

La relativa vicinanza all’Italia mi ha fatto pensare spesso in questi giorni di semplicemente prendere un aereo e tornare a casa, ma dividere un monolocale a Milano con mia madre per più di una settimana non è certo la soluzione alla mia stanchezza, e prima di tornare devo avere chiaro cosa voglio fare nei prossimi mesi. Ma più sono stanco e meno sono lucido e divento irascibile.

Poi succede che ci si mette anche la Vodafone, che mi chiama mentre sto scrivendo e mi fa buttare via un euro e mezzo di scatto alla risposta in roaming, pezzi di merda. Vai fanculo anche te, Stefania della Vodafone che avevi chiamato ieri alle 9 di sera e ho evitato di rispondere, ma stamattina ho ceduto perché non si sa mai che era qualcosa importante, e invece era la solita promozione commerciale.

Fatto sta che da quando sono atterrato a Istanbul e mi sono ammalato e ho rotto lo zaino, sono ormai venti giorni che mi trascino con problemi di salute tra lunghi spostamenti col fottuto trolley quando mai l’ho comprato e il viaggio è diventato un progressivo rimbalzare da un posto all’altro, per cui non ho voglia di fare la trafila per il visto, farmi 17 ore di treno per andare a Baku e soprattutto visitare un altra nazione intollerante.

Il problema è che se Tbilisi mi ha fatto una bella impressione, nonostante il vento gelido di stamattina, trovare un alloggio decente, economico come il costo della vita, qui sembra un’impresa. E finché non trovo un tetto dove mettere in fila un paio di notti di riposo vero, anche solo abbozzare un piano, è fuori discussione.

Indi per cui, tempo di mettersi in cammino e cercarlo.

15 foto da Urfa

24 foto da Erzurum e della CS vergine che mi voleva sposare

Altre foto della Cappadocia, molte delle quali del cazzo, o meglio dei cazzi della Love Valley, che portano il totale a 58


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