Magazine Cultura
[intervistina rilasciata al sito letterario libriconsigliati.it in occasione dell'uscita della raccolta Meridione D'Inchiostro]
• Nel tuo racconto (uno dei più efficaci dell’antologia) Nostro Signore L’Uomo-Purpu, aleggia un senso del tragico che rimanda immediatamente a I Malavoglia di Verga, forse per quel tentativo di sfidare il mare che non si conclude positivamente. Dunque non c’è speranza per i «vinti», in ogni epoca?
• Credo che a ben guardare la figura-cardine alla base di tanta letteratura meridionale sia in realtà l’«invitto», particolare forma di sconfitto che in fondo non perde mai poiché latore di una quintessenziale invincibilità. Gli (anti)eroi che adoro descrivere nei miei libri sono così: gente semplice che affronta a capo chino un destino più grande, ma pur uscendone spesso colle ossa rotte - in verità avanzano senza paura verso la fenditura dell’orizzonte, con la consapevolezza di non avere altre opportunità che progredire nella tempesta, accettando magari il rischio di perdersi… (continua qui) foto Carla Sedini