In questo Giro d'Italia imprevedibile e spettacolare, dove continuano ad accadere colpi di scena imponderabili, non poteva di certo mancare la fuga-bidone. Nella tappa da Lucera a l'Aquila un plotone di ben 56 corridori ha preso nettamente il largo sin dai chilometri iniziali. Tra gli uomini in fuga lo spagnolo Carlos Sastre, che accusava ben 10 minuti dalla maglia rosa Vinokurov prima della frazione odierna, l'australiano Richie Porte e l'iberico Arroyo Duran. Attardati, invece, tutti gli uomini di classifica, Basso e Nibali compresi. Il vantaggio dei fuggitivi ha assunto proporzioni inimmaginabili, aggirandosi anche intorno ai 18 minuti e riducendosi a 13 sulla linea del traguardo (dove si è imposto il russo Evgeny Petrov). La Rivoluzione Copernicana della classifica è servita: la nuova maglia rosa è Porte, Arroyo insegue a 1'42'', Sastre è ottavo a 7'09''. Per quest'ultimo il Giro sembra davvero vicino: il 35enne di Madrid non dovrebbe aver problemi a colmare il gap dai ciclisti che lo precedono in classifica sulle temibili salite del'ultima settimana, mentre il vantaggio su Vinokurov, Evas e Basso si attesta rispettivamente sui 2'49'', 4'01'' e 4'40''. Evidentemente troppi e soprattutto difficilmente colmabili sulle montagne, il terreno preferito dello spagnolo. I corridori azzurri sono praticamente scomparsi dall'alta classifica, con il solo Valerio Agnoli quinto a 4'41'' (ma speranze di podio pari a zero). E' tramontato, dunque, il sogno di vedere un italiano in maglia rosa a Verona. Questo Giro è sempre più straniero ed il tricolore fatica anche solo ad aggiudicarsi una singola tappa. Per i bilanci aspettiamo il 30 maggio, anche se l'orizzonte è sempre più fosco.I grandi bocciati di giornata sono Basso e Vinokurov: il varesino, avendo a disposizione la miglior squadra, non avrebbe dovuto lasciar spazio ad una fuga così numerosa, mentre il kazako ha subito troppo passivamente la corsa. Scusabile, invece, Cadel Evans, il cui team è davvero inadeguato per un ciclista che ambisce al gradino più alto del podio. Onore, invece, a Carlos Sastre: sembrava spacciato e si è inventato una fuga d'altri tempi, che passerà alla storia. Il 35enne scalatore iberico potrebbe essere il vincitore più anziano della storia della corsa rosa: il record, infatti, appartiene a Fiorenzo Magni, che vinse a 34 anni e 4 mesi nel 1954.
Federico Militello