Fuga da Black Rock Island - Provato - PC

Creato il 23 agosto 2013 da Intrattenimento

Nuova fiera, nuovo appuntamento con The Elder Scrolls Online

Oramai Bethesda ci ha preso gusto e non sembra intenzionata a fermarsi: ad ogni nuova fiera, che sia il PAX, l'E3 o la GamesCom attualmente in corso, non perde occasione per chiamare a raccolta la stampa specializzata e organizzare un nuovo hands on del suo imminente gioco di massa online, The Elder Scrolls Online. Come risultato, negli ultimi mesi abbiamo sviscerato più volte vizi e virtù di un titolo che all'annuncio è stato accolto con parecchia negatività e sta provando a risalire faticosamente la china, nel tentativo di generare quell'attesa fondamentale per partire bene e poter incominciare il lavoro di aggiornamento e crescita fondamentale per ogni MMORPG. Purtroppo, le due nuove ore di gioco concesseci interessavano ancora una volta un'area di partenza, quella di Ebonheart, rimandando ad un futuro incontro il test di aree ed eventi di livello avanzato. Incoraggiati dalla possibilità di provare una nuova razza, i Nord, e una classe che ancora non avevamo toccato con mano, il Nightblade, ci siamo lanciati senza pensarci due volte sulla gelida isola di Black Rock...

Prima persona

Lanciata la partita abbiamo avuto una piacevole sorpresa: dopo l'annuncio e le immagini, siamo stati in grado di verificare la visuale in prima persona, opzione richiesta a gran voce dalla community di affezionati a The Elder Scrolls. Anche grazie ad un pesante redesign dell'interfaccia e di tutti i menù, ora l'impatto visivo è molto vicino a quello di recenti uscite come Oblivion e Skyrim. Le tre barre dei valori vitali e la bussola, ad esempio, occupano rispettivamente la parte bassa e alta dello schermo, dimostrandosi poco invadenti. Elementi come le animazioni, sia che si brandisca una spada sia che si lanci un incantesimo, sono anch'esse vicine per movimenti e feeling a quelle dei capitoli single player e lo stesso si può dire per le icone, la rappresentazione di elementi grafici come i libri raccolti negli ambienti e così via. Il colpo d'occhio non delude, insomma, e lo stile fantasy della serie viene rispettato anche nelle proporzioni del mondo di gioco e delle costruzioni, equilibrate e interessanti da esplorare. Purtroppo questa sensazione di trovarsi in un capitolo regolare della saga, magari non bello da vedere quanto l'ultimo episodio ma comunque di buona fattura, svanisce nel momento in cui si inizia a combattere. L'azione risulta infatti piuttosto legata, lontana dalla fluidità che valorizzerebbe davvero la visuale in prima persona, e dopo qualche colpo di troppo andato a vuoto viene voglia di allontanare la telecamera dal proprio personaggio per avere una maggior consapevolezza dell'ambiente circostante e dei nemici. Dopo aver speso un po' di tempo a completare alcune missioni secondarie, utili per prendere la mano con la telecamera in prospettiva e collezionare un paio di livelli per potenziare il nostro Nightblade, un assassino silenzioso e letale, ci siamo messi di impegno per tentare di completare l'area iniziale dei Nord e salpare verso Bal Foyen, a Morrowind, scoprendo che gli alti e bassi qualitativi si estendono ad altri aspetti dell'esperienza. The Elder Scrolls Online - Il trailer del Flame Atronach

Sali e scendi

Dopo un paio di ore extra spese tra la ghiacciata isola di Black Rock Island e le lussureggianti terre di Bel Foyen, caratterizzate dall'originale vegetazione e dai colori di Morrowind, possiamo confermare che l'esplorazione e la capacità di immergere in un universo ricco di riferimenti sia una delle qualità di The Elder Scrolls Online. Nonostante di fatto esistano alcune missioni principali - ad esempio la linea di quest che ci permette di fuggire dall'assalto dei Covenant, dopo aver evacuato Black Rock - Bethesda invita a muoversi ed esplorare liberamente, interagire con i personaggi non giocanti sparsi un po' per tutta la mappa e non limitarsi all'usuale avanti e indietro dai centri abitati. Un'esperienza che a tratti funziona, aiutata dalle ambientazioni e dagli scorci suggestivi che invogliano a percorrere in lungo e in largo tutte le mappe. D'altra parte, però, ci siamo resi conto che un po' questa impostazione e un po' la mancata richiesta di socializzare e organizzarsi con altri giocatori, quantomeno nelle fasi iniziali dell'avventura, non riescono a valorizzare l'anima multiplayer del titolo. Non un male di per sé, ma considerando che ci sarà un canone mensile da pagare, questo focus sul "solo" potrebbe rappresentare un problema. Soprattutto quando diventerà importante tenere i giocatori incollati allo schermo nei mesi successivi all'uscita. The Elder Scrolls Online, insomma, sembra funzionare più nella sua componente RPG, valorizzata da un sistema di crescita che dona parecchia libertà di scelta, che in quella MMO, la quale ancora non è riuscita a catturarci a dovere e difetta di importanti innovazioni. Da qui in avanti, prima di un rilascio che ancora manca di una data precisa, ci auguriamo possano diventare oggetto di prova il mid e l'end game, e che venga mostrato un cambio di marcia quantomai necessario. Per il momento elementi realizzati più o meno bene si alternano formando un quadro interessante ma incapace di convincere fino in fondo.


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