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"FUGA DA VERSAILLES" di Marta Savarino (ed. linee Infinte)
Creato il 03 febbraio 2011 da Tuttosuilibri @irenepecikarMARSIGLIA, 1691 La vita di Isabelle Morens non ha più senso… assistere ai funerali dei suoi genitori e fratelli è per lei un dolore insopportabile, ma più atroce è rivivere la loro morte: brutalmente uccisi dalle guardie reali perché giudicati cospiratori. È lei l’unica risparmiata, colpevolizzata per infamia da tutta la città. Ma il dolore viene presto sostituito dal desiderio di vendetta e scopo ultimo sarà quello di vendicare la famiglia andando a Parigi per uccidere il re. Il viaggio non sarà privo di vicissitudini, aggredita da dei malfattori verrà salvata da Jacques, giovane parigino e tra i due nascerà l’amore. Ma questo amore è solo altro dolore. Jacques altro non è che il figlio illegittimo del re… Jacques Conte di Portchartain è il suo vero nome ed anche se di nobili origini si rivelerà l’esatto opposto del padre. Prigioniero di una situazione da lui sempre contrastata ma impostagli con la forza. Accolta da una famiglia che presto l’amerà come una figlia, Isabelle non dimenticherà mai lo scopo che l’ha portata a Parigi… Con l’aiuto dell’amica Jeanne studierà un piano che la porterà a Versailles per attuare la sua vendetta. Ma l’amore non ha veti né confini e, sovrastando ogni legge terrena, rientrerà nuovamente nella vita di Isabelle, restituendole finalmente quella gioia e serenità da tempo perdute.
RECENSIONE (Samanta)
Marsiglia, 1691: La vendetta spinge Isabelle fino a Parigi, decisa ad uccidere l’uomo che ha ordinato lo sterminio della sua famiglia e del suo promesso sposo. Una folle idea, dal momento che il colpevole altro non è che Luigi XIV, re Sole. Un viaggio rischioso per una donna sola, oltre che bella e affascinante. La sorte sembra giocarle un brutto scherzo nel farle conoscere un ragazzo avvenente, Jacques, che la accompagnerà durante il cammino. Scocca subito la scintilla dell’amore tra i due, ma, mentre Isabelle gli rivela il suo triste passato, lui, per paura di deluderla, le nasconde i suoi nobili natali. Arrivati a destinazione le loro vite sembrano dividersi per sempre quando, invece, si rincontreranno nel giro di pochi mesi. A Parigi la ragazza trova un’accoglienza familiare nella locanda de La Luna Nuova, dove stringe un’amicizia fraterna con Jeanne che la aiuterà a mettere in piedi il suo piano e ad entrare, così, nella reggia di Versailles. Non tutto però segue il loro volere soprattutto quando si riaffaccia sulla scena il bel Jacques e l’attraente maresciallo De Catinat, le loro vite si stravolgono ulteriormente, ma stavolta nel senso giusto! Una lode sincera a questa scrittrice emergente che ha saputo mettere in scena una miriade di personaggi ben descritti non solo fisicamente, ma soprattutto psicologicamente. Attenta la ricostruzione storica, le feste del periodo, le abitudini del popolo non solo della corte e le strategie militari del re. Si denota sin dalle prime righe una conoscenza approfondita del periodo e uno studio minuzioso anche della toponomastica di Parigi stesso. Stile sciolto anche se a volte un po’ scontato, ma comunque molto piacevole. Il genere è un giusto mix tra azione, romance e storico e quindi adatto a chiunque. Attendo di leggere altre creazioni letterarie di Marta; la scrittrice promette bene!PER LEGGERE UN ESTRATTO DEL ROMANZO:
http://www.lineeinfinite.net/portal/thriller.html
INTERVISTA (a cura di Samanta Catastini)
Marta presentati in poche righe ai nostri lettoriSono una ragazza di 30 anni, sposata e mamma di una bambina meravigliosa e lavoro come impiegata in banca. Da sempre sono stata quella “creativa” della famiglia, sapevo a malapena leggere e scrivere che già riempivo fogli con i miei disegni e i miei fumetti. Disegnare per me era il modo migliore per mettere nero su bianco le idee che mi ronzavano per la testa, disegnavo e intanto leggevo libri e mi appassionavo a manga e anime. Poi verso i 16/17 anni ho cominciato a scrivere racconti brevi con me e i miei migliori amici come protagonisti per poi dedicarmi alle fan fiction quando ancora non era un genere diffuso e apprezzato come adesso. Racconto queste cose di me perché credo siano utili per conoscermi meglio e capire certi aspetti della mia personalità.Perché hai deciso di ambientare il tuo primo romanzo a Versailles e proprio nell’anno 1691?La storia in generale, e quella francese in particolare, ha sempre esercitato un enorme fascino su di me. Nello specifico il mio interesse spazia dal periodo di Luigi XIII a Napoleone, è un lasso di tempo piuttosto ampio è vero, e per diverso tempo la mia attenzione è rimasta focalizzata principalmente sulla storia di Maria Antonietta e della Rivoluzione. Poi ho scoperto il Re Sole e la sua Corte, Versailles e il suo splendore e me ne sono innamorata. Complice la lettura dei romanzi della serie di Angelica, di Anne e Serge Golon, ho scoperto quello che è diventato il capitolo più affascinante della storia di Francia. Per quanto riguarda la scelta dell’anno invece, è stata perché volevo che la storia si svolgesse 30 anni dopo gli avvenimenti narrati nel prologo quando si festeggiano le nozze tra il giovane Luigi XIV e l’Infanta di Spagna Maria Teresa.
Quale dei tuoi personaggi, dal momento che sono molti, ti è rimasto nel cuore? E perché?Sicuramente i miei preferiti sono Jeanne Arnaud, la locandiera parigina, e il Maresciallo Nicolas de Catinat. All’inizio nelle mie intenzioni dovevano essere dei semplici personaggi di contorno, delle figure secondarie che rimanessero in secondo piano rispetto alle vicende dei personaggi principali, Isabelle e Jacques. Ma invece, man mano che la storia prendeva corpo e mi ritrovavo a scrivere di loro delineandone il carattere, la personalità, mi rendevo conto che da semplici comparse assumevano un ruolo sempre più importante fino a diventare dei veri e propri protagonisti anche loro. Quindi si può dire che i protagonisti di questo romanzo non sono due, ma quattro…oltre naturalmente al Re Sole, figura intorno alla quale alla fine ruota tutta la vicenda. Credo che il mio amore per Nicolas e Jeanne traspaia tra le righe e chi legge se ne rende conto…è stato qualcosa di inaspettato e non previsto per me, lo ammetto!
Hai un autore o un’autrice preferita da cui hai preso spunto per iniziare a scrivere o hai solo seguito i tuo istinto?Entrambe le cose. Come ho accennato in precedenza, la mia passione per questo periodo storico è nato leggendo i romanzi di Angelica e la visione ( ripetuta, visto che mia sorella Carla è una grande fan della serie ) dei film mi ha dato l’ispirazione per ricreare l’ambientazione non solo della Corte ma anche della Parigi dell’epoca. Poi ho approfondito le mie conoscenze leggendo la biografia del Re Sole e alcuni libri sulla vita di quel periodo, mio obbiettivo era ricreare un contesto storico credibile e non volevo correre rischio di scrivere delle sciocchezze. Dopotutto Fuga da Versailles è principalmente una storia incentrata sui sentimenti e le storie personali dei protagonisti, ma si parla anche di fatti storici realmente accaduti che fanno da sfondo all’intera vicenda. Dalle guerre alle trame politiche del re, o anche la rappresentazione teatrale di cui parlo, magari con qualche accorgimento è vero, ma sono avvenimenti storici reali e documentati intorno ai quali ho fatto muovere Isabelle e gli altri personaggi. Una volta studiato, ho dato libero sfogo alla fantasia e ho seguito l’istinto distaccandomi completamente dall’idea dell’evolversi della vicenda che avevo inizialmente.
Quanto hai impiegato nella stesura del manoscritto?Tantissimo. Mi spiego : ho cominciato a scrivere questo romanzo a inizio del 2001, esattamente dieci anni fa. Ho scritto i primi capitoli carica d’entusiasmo e voglia di gettarmi in quest’impresa ben più impegnativa delle solite fan fiction o storielle brevi. Poi ho cominciato a lavorare, iniziavo alle 8 del mattino per tornare a casa dall’ufficio la sera alle 19 e dopo un po’ di questa nuova vita avevo perso completamente fantasia, ispirazione e voglia di fare, non vedevo più un senso nel portare avanti quel progetto. Ho smesso di scrivere così come ho smesso di disegnare. Sono entrata in un mondo nuovo che ha avuto l’effetto di spegnere la parte creativa di me. È sempre rimasta sopita, lo sentivo che esisteva ancora nascosta da qualche parte, ma non davo ascolto alle mie sensazioni. Quindi ho chiuso i miei sogni in uno scatolone e li ho riposti in soffitta, fino a quando nell’aprile del 2010, mi sono ritrovata a parlare con una collega di cosa volessimo VERAMENTE fare da grandi. Così le ho parlato del libro e incuriosita mi ha chiesto di leggerlo. L’ho riesumato dallo scatolone e gliel’ho portato e a sorpresa le è piaciuto, è stata lei a spronarmi a continuare e mi ha dato gli stimoli per ritrovare la me stessa di tanti anni fa. Non credevo di esserne in grado, ma ho ricominciato e quest’esperienza è stata come una ventata d’aria fresca. In appena tre mesi l’ho terminato, ancora adesso non mi so spiegare come. È vero che in ufficio ormai da un po’ di tempo gli orari sono più “umani” e alle 17 riesco ad andare a casa ed è anche vero che mia figlia adesso tollera di vedermi al computer e mi lascia i miei spazi, fatto sta che ce l’ho fatta e ogni due/tre giorni portavo a Luisa, la mia collega, nuove pagine da leggere. Avere un pubblico formato anche solo da una persona che apprezza quello che fai e si appassiona leggendo la storia che stai creando, è una soddisfazione enorme e mi ha dato la carica per andare avanti e terminare quello che avevo abbandonato 10 anni prima.
Progetti futuri?Sto lavorando al seguito di Fuga da Versailles, mi è sembrata la decisione più logica e naturale. Ho ripreso la storia là dove avevo interrotto la narrazione al termine del libro. Mi sono affezionata a questi personaggi e ormai sono diventati di famiglia ed è normale parlare di loro e di cosa potrebbero fare o meno adesso che ho spostato la vicenda in Scozia. E naturalmente i protagonisti in questo caso sono Nicolas e Jeanne e mi stanno dando parecchie soddisfazioni così come i nuovi personaggi, rispetto al primo questo romanzo è molto più cupo e la vicenda più complicata…Spero solo di riuscire a terminarlo entro l’anno e non aspettarne altri dieci come è capitato per Fuga da Versailles. In ogni caso me la sto prendendo comoda, non c’è fretta e ci tengo a un risultato finale soddisfacente
A quale tipo di lettore consigli “Fuga da Versailles”?Vista l’epoca in cui è ambientato d’istinto direi che si rivolge agli appassionati del romanzo storico, ma in realtà ho potuto riscontrate che è stato gradito da un pubblico più vario. Ho una sorella di 15 anni che l’ha letto così come alcune sue compagne di scuola che l’hanno apprezzato soprattutto per le storie d’amore narrate. Credo che sia un libro tutto sommato semplice, si legge in fretta, non ho una scrittura troppo contorta e in ogni caso Fuga da Versailles non aspira ad essere un capolavoro, conosco i miei limiti però ho notato che molti hanno apprezzato la semplicità della scrittura e si sono lasciati prendere dalla storia dei protagonisti. Forse chi gradisce di più è un pubblico femminile…anche se a mio marito e mio cognato è piaciuto tantissimo! Ma loro non fanno testo, mi vogliono bene e sono di parte.
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