Le elaborazioni istat dall’indagine multiscopio sulle famiglie indicano un calo di circa 12 punti percentuali, pari a quasi un quinto, tra coloro che dichiarano di leggere almeno una volta alla settimana un quotidiano.
In nove anni la media degli italiani che leggono [*] un giornale con frequenza minima settimanale è scesa dal 61.1% al 49–4%. Si tratta di un calo generalizzato che interessa in particolare le regioni del Centro-Sud e, soprattutto, le fasce d’età comprese tra gli 11 ed i 44 anni [§].
Durante il weekend appena trascorso a State of the Net l’istituto ixè ha presentato i risultati di un sondaggio su Internet in Italia che contiene, anche, alcuni dati relativi ai giornali ed alla fiducia nei diversi mezzi d’informazione.
Anche in questo caso sono le fasce d’età sino a 44 anni ad attribuire una minore attendibilità ai giornali cartacei, che resta però superiore a quella della TV, rispetto all’informazione online.
Lettura di informazione online che non trova evidentemente riscontro nei siti web delle corrispondenti testate come emerge dal fatto che alla domanda “se Internet fosse chiuso per tre giorni, cosa le mancherebbe di più?”, la lettura di notizie è decisamente inferiore a Facebook tra i più giovani.
La mancanza di fiducia ed interesse non è legata al supporto informativo ma alla fonte ed alla sua credibilità. Il problema NON è carta Vs online ma interesse Vs disinteresse.
Nel video sottostante la presentazione integrale dei risultati della ricerca durante State of the Net
[*] Vale la pena di evidenziare, di ricordare come il concettto di lettura sia diverso da quello di acquisto, così come la readership non è uguale alle vendite di un quotidiano.
[§] Aspetto che, tra l’altro, [di]mostra l’inutilità dell’iniziativa pluriennale “quotidiano in classe”. Soldi buttati via.