Tornare a sé, sì, ma quando? Quando fiorisce dentro noi il colchico autunnale dell'anima. L'autunno è però agli sgoccioli e dell'anima fiorita ancora nessuna traccia precisa.Ma dov'è l'anima? In quale zona del corpo? Beh, è facile rispondere: l'anima è quella parte del nostro corpo che ci fa percepire il nostro corpo (res cogitans e res extensa riunificate nel Sé): più che alla ghiandola pineale penso a tutta una serie di ghiandole, soprattutto quelle sessuali, e di cellule (cerebrali coi loro collegamenti sparsi per il corpo), di molecole, di tratti specifici di dna che ci informano, tutta roba materiale per intenderci, per concentrarci. Lasker-Schüler ha dunque ragione a dire che il troppo commercio umano è asfissiante, che occorre tirare dei fili (non necessariamente spinati) intorno al Sé per metter fine alla confusione, alla dispersione, al darsi senza costrutto e coscienza. Fuga dal mondo - e sia. Ma poi? Lo specchio anche senza specchio. L'esser soli con se stessi, pensarsi. E pensare che, allo stesso tempo, tutti gli io presenti e viventi facciano la stessa cosa, fuggiti dal mondo per tornare se stessi, spurgati dalla moltitudine e dalla fame di consolazione. Scoprirsi individui. Liberi. Tana libera tutti.
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Tornare a sé, sì, ma quando? Quando fiorisce dentro noi il colchico autunnale dell'anima. L'autunno è però agli sgoccioli e dell'anima fiorita ancora nessuna traccia precisa.Ma dov'è l'anima? In quale zona del corpo? Beh, è facile rispondere: l'anima è quella parte del nostro corpo che ci fa percepire il nostro corpo (res cogitans e res extensa riunificate nel Sé): più che alla ghiandola pineale penso a tutta una serie di ghiandole, soprattutto quelle sessuali, e di cellule (cerebrali coi loro collegamenti sparsi per il corpo), di molecole, di tratti specifici di dna che ci informano, tutta roba materiale per intenderci, per concentrarci. Lasker-Schüler ha dunque ragione a dire che il troppo commercio umano è asfissiante, che occorre tirare dei fili (non necessariamente spinati) intorno al Sé per metter fine alla confusione, alla dispersione, al darsi senza costrutto e coscienza. Fuga dal mondo - e sia. Ma poi? Lo specchio anche senza specchio. L'esser soli con se stessi, pensarsi. E pensare che, allo stesso tempo, tutti gli io presenti e viventi facciano la stessa cosa, fuggiti dal mondo per tornare se stessi, spurgati dalla moltitudine e dalla fame di consolazione. Scoprirsi individui. Liberi. Tana libera tutti.
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