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Fuga dalla scuola media

Creato il 03 dicembre 2011 da Misterjamesford
Fuga dalla scuola mediaRegia: Todd SolondzOrigine: UsaAnno: 1995Durata: 88'
La trama (con parole mie): Dawn Wiener è la tipica ragazzina bruttina vessata dai bulli nel pieno dei primi tormenti pre-adolescenziali in cui pare di essere sempre e comunque sbagliati, dentro e fuori dall'aula come rispetto alla famiglia.
In continuo conflitto con il compagno di classe Brandon - tipico esponente del piccolo delinquente da corridoi scolastici - e la sorellina Chrissy - la preferita di mamma -, Dawn vive il sogno ad occhi aperti di una storia d'amore con Steve Rogers, aspirante rocker sempre in cerca di ragazze e frontman del gruppo fondato dal fratello maggiore Mark.
Nel pieno di un'età che riserva principalmente grandi delusioni, la ragazza dovrà imparare a non dare troppo peso alle lacrime e sperare che le medie possano passare più in fretta possibile.
Fuga dalla scuola media
Nel corso della vita ognuno di noi si sarà trovato ad affrontare almeno per un certo periodo - e spero per voi sia stato breve - il terrificante momento in cui, sospesi tra l'infanzia in cui tutto pare perfetto e l'adolescenza in cui di perfetto pare proprio non ci sia una bella favazza di niente, ci si ritrova a far fronte - o almeno così crediamo - al mondo intero tutti da soli.
E' un momento a suo modo assolutamente drammatico, che per alcuni si rivela una prigione dalla quale è pressochè impossibile scappare - vero, Cannibale!? -, mentre per altri assume i connotati della prima, grande sfida che si andrà ad affrontare nel corso di una vita che, certo, non regala niente a nessuno, a meno che non si sia ricchi sfondati, belli belli belli in modo assurdo ed esageratamente famosi, e a volte non basta neppure quello.
Todd Solondz, che di drammi interiori si è fatto, negli anni, un ottimo interprete, si concentra su una protagonista instabile e a tratti poco simpatica come sono - siamo - tutti nel pieno di un'età che è un vero e proprio concentrato di delusioni e contraddizioni: cercando di mantenere una certa leggerezza di fondo il regista racconta una storia profondamente triste, quasi nera, che altro non è se non l'espressione del disagio per un'attesa che, a volte, risulta essere molto più lunga di quella dei tre anni delle scuole medie.
Con uno stile che è un concentrato di "Sundancità" - ed effettivamente la vittoria al Festival creato da Robert Redford ci sta tutta - ed una discreta originalità che rende questo film uno dei capisaldi di un genere che negli ultimi anni ha avuto un enorme successo, da Little Miss Sunshine a I Tenenbaum, senza dimenticare Palindromi, dello stesso Solondz, il regista ci trasporta nel mondo invaso dai bulli ed una famiglia che pare non ascoltarla di Dawn, persa nel sogno di un ragazzo che è già lontano - dai tratti di quei vincenti che poi si ritrovano alle riunioni di classe vent'anni dopo sempre uguali a se stessi, per la soddisfazione di chi, ai tempi, li invidiava - ed un altro che, al contrario, è molto più vicino a lei di quanto non sembri.
Interessanti, inoltre, i risvolti legati al rapimento della sorellina Chrissy - il personaggio più riuscito, perfetto quanto insopportabile -, in grado di dare uno spessore maggiore all'evoluzione di una trama che altrimenti si sarebbe potuta arenare sui singoli episodi quotidiani della protagonista e di offrire spunti di riflessione legati al senso di colpa di Dawn così come alla presenza della malattia e della minaccia celate dalla tranquillità fasulla del buon vicinato - tematica che verrà riproposta anche in Happiness -.
Certo, non si può parlare di un film epocale, o di una pietra miliare, eppure le tesi dell'autore sono solide quanto le sue argomentazioni, e la fotografia spietata del mondo di questi bambini non più bambini ma non ancora adulti è un'immagine sulla quale tutti dovremmo spendere qualche pensiero, perchè profondamente legata - che lo si voglia ammettere o no - alla formazione di ognuno di noi: attenzione, dunque, a considerarlo - complice anche il pessimo titolo italiano - un teen movie da bambocci pronti a ridere sguaiatamente alla prima battutaccia, perchè, senza se e senza ma, ci troviamo proprio nel pieno del campo minato chiamato adolescenza.
E non c'è nessuno di noi che su quello stesso campo non abbia perso qualcosa.
Di sè o degli altri.
MrFord
"Up in the mornin' and out to school
the teacher is teachin' the Golden Rule
american history and practical math
you study' em hard and hopin' to pass
workin' your fingers right down to the bone
and the guy behind you won't leave you alone."Chuck Berry - "School days" -

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