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Fugassin, focacce fritte liguri alle patate

Da Lacuocacialtrona
Il cibo della memoria n.2
Fugassin, focacce fritte liguri alle patate
Era il 1999. Una compagnia stranamente assortita - io, Ursula, Fabio e Fabrizio, avente come collante solo l'amicizia di tutti con uno dei membri (Ursula) parte per le vacanze; una settimana al mare, a Finale ligure, ospiti di Fabrizio, e poi, da lì si andrà in Francia, alla ventura, magari in Provenza passando dalla vicina Costa Azzurra.Una partenza scettica, con la valigia pronta per fuggire, nel caso, la mal assortita compagnia, per quella che invece, mano a mano, si rivelerà essere una tra le vacanze più divertenti.
A partire dagli esperimenti culinari tra i quali i famosi fugassin, piccole focacce di patate comuni nelle friggitorie e sagre locali, la cui ricetta ci venne data dalla prozia ligure di Fabio.
Peccato che le dosi fossero a occhio, come in uso presso le esperte cuoche di altri tempi e che, nelle nostre mani inesperte, producessero dei boli indigeribili oltre a una quantità di pasta in esubero che, durante la notte, lievitata fino a trasformarsi in un blog biancastro, tentò di uscire dal frigo.

Un ulteriore tentativo, qualche anno dopo, a grande richiesta di Ursula, con l'aggiunta di fiocchi di patate, senza però raggiungere il risultato ottimale, ora la scoperta di una ricetta attendibile, dal blog Al cafè de la Paix.

P.S. Cari lettori, spero che apprezziate questa ricetta; sappiate infatti che la posto a mio rischio e pericolo, consapevole che, quando la leggerà l'amica Ursula, non avrò più pace...
per 4 golosi nostalgici (dosi abbondanti)
per l'impasto
500 gr di farina 00
250 gr di patate
1 cubetto di lievito di birra
2 cucchiai olio evo
sale qb
acqua qb
olio evo abbondante per friggere
Bollire le patate con la buccia meglio se nella pentola a pressione o nel microonde; pelarle, schiacciarle e lasciarle raffreddare bene prima di unire la farina, l'olio, il sale e il lievito stemperato in poca acqua tiepida; lavorare bene il tutto in modo da avere un impasto solido ma non troppo. Coprire con un panno umido e fare lievitare - suggerisco per più di due ore, almeno mezza giornata, forse sarebbe meglio tutta la notte - fino al raddoppio. Dividere l'impasto in parti, come si fa per i gnocchi, formando dei rotoli di circa 1 cm e mezzo di diametro, e tagliarlo a pezzi di circa 3 cm; appiattire ogni pezzo, tirandolo e dandogli la forma di una losanga allungata. Formare tutte le losanghe, mettendole su un piano infarinato a riposare fino a che non avrete finito (tanto ci vorrà almeno un quarto d'ora) e poi friggerle in olio profondo - un bel pentolino fa al caso vostro  - bollente ma non troppo, in modo che cuocia bene la parte interna ( 160° circa circa) e si gonfino diventando belli dorati. Spolverare di sale e mangiare subito, finché sono calde (e digeribili) da sole o con l'accompagnamento di formaggio o salumi. E un bel bicchier di vino, naturalmente...

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