Fuggire su un'isola

Da Nataliapazzaglia


“E adesso basta fare i turisti: vogliamo l’avventura!”La vacanza agli sgoccioli, Sofia a Niccolò si lanciano in approfondite valutazioni per la scelta della prossima meta: Ko Chang, Ko Rung o Ko Krong[1]?Si discute tra paura degli insetti (particolarmente molesti in una delle isole), previsioni meteorologiche (“ci sarà un angolo di terra privo di pioggia nei prossimi giorni?”) e timore dell’accoppiata “resort+ lounge bar + discoteca”. Così alla fine partiamo per l’isola dei Conigli “Rabbit’s Island”, piccolo angolo di paradiso nel sud della Cambogia, proteso verso il Vietnam.Ci arriviamo da Kep, dopo una notte in un bungalow quasi su un albero, un giro tra campi di durian (frutto dall’odore pestilenziale, ormai entrato nella mia black list) e una scorpacciata di granchi e calamari (non per niente Kep è famosa per il suo mercato del pesce)“Ohi Nataly, hai capito che niente internet, né computer, né corrente sull’isola, vero??”.Ebbene sì, per un paio di giorni mi toccherà rinunciare al mio inseparabile pc, fido ascoltatore e custode di tutte le mie storie. Vorrà dire che mi accontenterò di guardare le stelle e tornerò a carta e penna… Che poi, alla fin fine, sono una che scrive ancora lettere e pagherei oro per un piccione viaggiatore.Così mi ritrovo sulla spiaggia, semiaddormentata su un’amaca, a guardare la luna, in un buio luminoso, spezzato solo dalla chiassosa luce di due candele del ristorante, dove una decina di superstiti si raccontano, tra pastis e Angkor Beer. Mi unisco anch’io ai racconti di vita, alle cronache di viaggi e alle perplessità sull’avvenire, finestre aperte da perfetti sconosciuti sulle proprie vite. Domani si torna sulla terraferma: meglio approfittare di questa notte senza elettricità ma piena di sogni…

1] I nomi potrebbero non essere esattamente questi: mi sono sforzata, ma continuo a confondermi tra tutti i “Ko”, “Rong e “Rung”..:)

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