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Visitare le Ebridi Esterne: intervista a Gian

Creato il 04 giugno 2015 da Giovy

Visitare le Ebridi Esterne

© 2015 Giovy

Terre Estreme è una rubrica di viaggi particolari che sta piacendo sempre più e di questo vi ringraziamo. Oggi vi vogliamo raccontare un'esperienza molto particolare: il nostro viaggio alle isole Ebridi Esterne. Si tratta di terre pazzesche a Nord-Ovest della Scozia. Per arrivarci occorre davvero una gran bella convinzione e tanto amore per i paesaggi nordici e luoghi sperduti.
Il "motto"delle Ebridi Esterne è "experience life on the edge"... è proprio vero!
Per l'occasione, l'intervistato di oggi è proprio Gian!
Le isole Ebridi si dividono in due: le interne (dove c'è Skye, per intenderci) e quelle esterne, dove siamo andati noi. In tutto questo scrivere di Terre Estreme mi è venuto in mente che, è vero, avevo già scritto alcuni post sulle Ebridi Esterne ma quel viaggio poteva diventare un'ottima intervista per questa rubrica perché sebbene non siano una terra "no limits", le isole Ebridi Esterne sono estreme sotto molti punti di vista.
Giovy: Come mai hai scelto le Ebridi Esterne (in questo caso "abbiamo scelto)?
Gian: Innanzitutto volevo visitare la Scozia, dove non ero mai stato, e poi a me piacciono molto il mare e le isole. In realtà quell’anno avevo pensato alle Shetland, ma poi la programmazione dell’itinerario ha preso altre strade e ho dovuto “metterle nel cassetto” per il futuro.
G: Cosa pensavi di trovare e cosa invece hai trovato?
G: Della Scozia ci viene veicolata un’idea storico-romantica che (almeno nella parte di paese che ho visitato) non corrisponde sempre al vero. Non voglio certo dire che sia brutta, ma piuttosto che la gestione di certe situazioni (vedi ad esempio Mary King’s Close di Edimburgo), certi comportamenti della gente locale ed alcune presentazioni su siti e guide mi hanno lasciato un po’ perplesso. Anche sullo stile di guida di certi autisti di autobus avrei molto da ridire.
Detto questo, dalle Ebridi volevo vedere la natura ed il paesaggio, sperimentare (come faccio sempre) lo stile di vita locale e vedere alcuni luoghi storico-culturali che mi interessavano.
Paesaggio e natura sono sicuramente bellissimi, anche perché la presenza umana è abbastanza scarsa e comunque l’attenzione all’ambiente è molto alta. Ci sono spiagge stupende, monti, panorami con vaste brughiere e giacimenti di torba.
Comunque, per quello che ho visto, in media i turisti non rimangono più di due giorni.
Per quanto riguarda lo stile di vita locale… Beh, non saprei che dire.
In genere la gente non è molto calorosa con gli ospiti (ma neanche scortese, intendiamoci), un atteggiamento molto diverso da quello che ho trovato in Inghilterra e Galles. Ho avuto proprio la netta impressione che della promozione turistica a loro non interessi molto: locali e visitatori è come vivessero in due mondi separati. Però il bed and breakfast dove dormivamo è uno dei migliori che ho mai trovato, ed i proprietari sono delle persone squisite.
A Stornoway, il centro principale, ho visto un modo di fare molto “italiano”, se mi passate il termine. Per esempio, la gente in auto si saluta suonando il clacson. Anche se qualcuno è fermo in parcheggio e vede un conoscente a piedi, invece di chiamarlo a voce gli manda una strombazzata. Dopo qualche tempo la cosa diventa abbastanza irritante: attraversi la strada, senti qualcuno suonare e pensi di essere in pericolo o di avere infranto qualche regola del codice stradale, mentre invece si stavano solo salutando. Auto pimpate e guida (diciamo così) un po’ “spensierata” sono abbastanza diffuse.
Però intendiamoci: non mi lamento di questo, è stata comunque un’esperienza vera, poi a me piacciono i posti fuori mano di questo tipo. Le Ebridi sono abbastanza isolate, e la vita non è mai stata facile lì, perciò è comprensibile che le persone abbiano sviluppato certe tendenze. Poi è casa loro, facciano pure quello che vogliono, ci mancherebbe. Quello che critico sono piuttosto le presentazioni fuorvianti che ho trovato preparandomi al viaggio, per cui le Ebridi sembrano il classico posto di mare dove sul molo trovi il vecchietto con la pipa che aggiusta le reti e si mette a chiacchierare con te, dove ci sono ristoranti caratteristici ad ogni angolo, dove il pesce te lo cucinano dappertutto, e dove i paesi sono tutti ridenti come il set di Doc Martin in Cornovaglia.
Cose che non corrispondono (completamente) al vero. Ho anche letto che quello sarebbe un paradiso per surfisti, ma in cinque giorni di permanenza non ho visto nemmeno mezza tavola. Magari sono tutte sfortunate coincidenze.
Luoghi storici ce ne sono e anche di molto interessanti, come ad esempio il villaggio didattico di Gearrannan o il complesso di stone circle di Callanish. È stato anche molto istruttivo indagare sul mondo del tweed, il celebre tessuto a spina di pesce. Come forse saprete, quello locale (Harris Tweed) è pregiatissimo e conosciuto in tutto il mondo. Ma è ancora prodotto con metodi artigianali, usando telai meccanici a pedale tramandati di padre in figlio, e con un sistema di lavoro delocalizzato domiciliare che corrisponde più o meno alla maglieria italiana degli anni ’60-’70.
G: Cosa bisogna assolutamente sapere per fare un viaggio da quelle parti?
G: Il viaggio in traghetto da Ullapool (terraferma scozzese) a Stornoway (Isola di Lewis e Harris) dura circa 3 ore: quindi non fate come altri turisti che abbiamo incontrato (italiani, ovviamente) che pensavano di fare una gitarella andata/ritorno di un’ora.
Il traghetto si prenota solo se avete auto o moto, mentre a piedi l biglietto si fa direttamente in loco, prima della partenza. Con la prenotazione, il biglietto è nominativo e vi basta quello. Senza, il biglietto è generico perciò dovete anche compilare una semplice carta d’imbarco, che trovate al bancone della biglietteria e che poi dovete consegnare sul traghetto.
Se siete appassionati del classico pub britannico, con arredamento tipico e real ale pompata a mano, correte il rischio di rimanere molto delusi. Sulle guide c’è scritto che qui c’è molta craft beer (birra artigianale): può anche essere vero, ma comunque è tutta in bottiglia o nelle classiche spine a gas europee. Comunque i pub che ho trovato erano abbastanza dozzinali. Vi consiglio di fare molta attenzione agli ubriachi: io ho evitato una rissa per poco, e di polizia in giro non ne ho mai vista.
Le Ebridi sono un territorio ancora molto religioso. Alla domenica è quasi tutto chiuso (anni fa era proprio tutto chiuso), i bus sono fermi e nemmeno la gigantesca catena di supermarket Tesco lavora. Gli unici esercizi aperti a Stornoway al tempio del mio viaggio erano il distributore con minimarket e alimentari (fanno anche colazioni e panini) ed un ristorante indiano. Persino in un campo giochi per bambini c’era la scritta: “Si prega di non usare le giostre la domenica”. Gira solo qualche taxi, immagino per raccattare i turisti disperati, ma non ho chiesto i prezzi.
Anche se le Ebridi sono abbastanza a nord, in estate il clima non è così freddo come si pensa. All’alba si possono toccare i 10°C, ma se c’è il sole durante il resto del giorno si può stare in maglietta. Ovviamente il meteo è quello britannico: quindi piogge frequenti e improvvise, molta umidità e tempo instabile. Portate sempre con voi un maglione o un fleece leggero, una giacca leggera antivento ed una mantellina antipioggia.
Ci sono molti moscerini, che pungono come zanzare ma in modo più cattivo. Si trovano soprattutto in mezzo alla vegetazione e fuori dai centri abitati. Quindi non dimenticate di portare sempre con voi un repellente per insetti ed una crema contro le punture.
In Scozia, per legge, le toilette pubbliche sono tutte a pagamento (20-30 pence per strada e 50 pence nelle stazioni ferroviarie, al momento della mia visita). Conservate sempre degli spiccioli per quest’uso: non sempre trovate la macchinetta cambiamonete, e non sempre il personale ha il resto.
G: A chi consiglieresti e a chi sconsiglieresti un viaggio alle Ebridi Esterne?
G: Consigliato: a chi già ama la Scozia; a chi ama i luoghi fuori mano; a chi apprezza anche eventuali scomodità; a chi vuole vedere una parte di UK un po’ differente dai cliché.
Sconsigliato: se il vostro ideale di UK è l’Inghilterra in generale e Londra in particolare; se amate gli allegri pub inglesi, gallesi ed irlandesi; se apprezzate il caldo torrido e odiate la pioggia; se cercate vita sociale e discoteche.
G: Racconta un momento indimenticabile del viaggio
G: Un momento indimenticabile?
Beh, forse il giorno dell’escursione ai circoli di pietra di Callanish, che sono disseminati lungo un percorso di qualche kilometro nella campagna. A parte il monumento in sé, eccezionale e ben conservato, e l’emozione di poter sedere e mangiare vicino a monumenti del Neolitico, quel giorno ho visto altre cose insolite. Ad esempio, un temporale improvviso di soft rain, che scendeva di lato con vento forte, per cui per proteggerci dall’acqua bastava mettersi di fianco ai megaliti verticali. Oppure le villette e le fattorie della campagna, che stranamente sembravano quelle del Sudafrica che avevo visto in film e documentari tempo prima. Poi Callanish è vicina ad un firth (golfo), quindi ho assistito persino al “naufragio” di una barca sugli scogli (non preoccupatevi, era vuota), e ai maldestri tentativi dei “marinai” di disincagliarla tirandola col verricello di una jeep.
Però credetemi, è stato abbastanza indimenticabile anche l’incontro serale con un gruppo di ubriachi fradici fuori da un locale. Abbiamo visto che si stavano picchiando e perciò abbiamo cambiato strada. Ci siamo seduti su di un muretto, a mangiare la nostra cena a base di fish and chips, quando li vediamo sbucare da una strada e venire nella nostra direzione. Siamo stati fermi e abbiamo fatto finta di niente, e non so per quale miracolo ci sono passati di fianco senza degnarci di uno sguardo. Ora almeno so cosa provano quelli che scampano all’attacco di un’orso o di uno squalo!
Come sempre vi lasciamo con una gallery che racconta questo stranissimo viaggio in terre sferzate dal vento come le Ebridi Esterne! Enjoy!

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