Un imbianchino gentile ma imbranato e una bella fotografa in depressione si ritrovano dopo molti anni in Fuku-Chan of Fukufuku Flats, insolita commedia romantica diretta da Yosuke Fujita.
Fuku-Chan è un imbianchino che vive da solo in un piccolo appartamento e ha una forte passione per il disegno e gli aquiloni. Da sempre negato nei rapporti con l'altro sesso, ignora le attenzioni di una ragazza presentatagli da un suo collega per trascorrere il tempo con i suoi due strambi vicini, uno che possiede un gigantesco serpente e l'altro condannato in passato per aver rubato capi d'indumento femminili. La bella Chiho è invece un ex-manager di un'importante multinazionale che ha abbandonato il lavoro dopo aver vinto un'importante concorso di fotografia, presieduto dal famoso Numakura, uno dei massimi esponenti del settore. Dopo che quest'ultimo ha provato, con scarso successo, a sedurla, la donna cade in una spirale di depressione e, su consiglio di una veggente, comprende che il karma la sta punendo per aver fatto soffrire qualcuno nel suo passato. Ben presto i destini di Fuku-Chan e di Chiro torneranno ad incrociarsi dopo molto tempo dal loro ultimo incontro sui banchi di scuola.
All you need is love
Terza regia per il grande schermo di Yosuke Fujita, Fuku-Chan Of Fukufuku Flats è frutto di una co-produzione tra il Sol Levante e l'Europa (Italia inclusa grazie a Tucker Film) e non a caso contiene al suo interno diverse influenze che la rendono un prodotto atipico quanto affascinante. Un mix di tenerezza e surrealismo nel quale fa capolino in più occasione la comicità di marchio chiaramente nipponico per un film in grado di emozionare a più riprese nonostante qualche passaggio leggermente forzato. Il merito della coesione di sfumature è sicuramente per buona parte attribuibile al variegato mix di personaggi secondari, specchi metaforici della società giapponese nel quale la solitudine è una piaga forse nascosta ma certamente presente. Il regista opta comunque per tonalità leggere, in grado di rendere il racconto piacevole e simpatico, giocando su un'aura tragicomica che ben si ibrida al platonico romanticismo alla base della vicenda. Con un atto di denuncia, limitato nella durata ma non limitante nell'intento, al bullismo adolescenziale che collega i due protagonisti, le quasi due ore di visione coniugano riflessione e divertimento in egual misura, trovando negli interpreti performance di assoluto livello: basti pensare alla particolare scelta di utilizzare una donna (un incredibilmente mimetica Miyuki Oshima) per interpretare Fuku-Chan, vera e propria carta vincente di un cast in totale simbiosi alchemica. Tra momenti più marchiatamente non-sense (il ristorante del curry o l'inizio a suon di flatulenze) e altri ispiratamente intrisi di un'immediata e mai pretenziosa verve poetica, la pellicola intrattiene quasi sempre con insolita grazia, anche se forse una ventina di minuti in meno avrebbero giovato alla freschezza generale.
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