Esoterica, oscura e mentale la musica del duo imolese dei FULkΔNELLI (alla batteria il prolifico Paolo Mongardi e alla chitarra Cristian Naldi).
Tre pezzi che sono lunghe espettorazioni e altrettante rielaborazioni nero pece del canone metallico tanto in voga negli ultimi anni. Il disco, però, non è facilmente catalogabile: non è drone metal, non è solo space rock nerboruto, non è ambient carica di minacciose incombenze riversate sulle orecchie degli ascoltatori. Allo stesso tempo è un po’ tutte queste cose, ma se vogliamo ancora più immerse in un angoscioso stato mentale (come quello che alberga nella trance mefistofelica di certi Æthenor). Del resto, i venti minuti di “ALAMBIkkO” sono piuttosto sintomatici, tra ossessive pennellate di chitarra, il drumming free e la base che rigurgita detriti come una discarica satura da troppo tempo (quel finale mostruoso, poi, dimostra la foga potente dei due). I pezzi restanti non sono da meno: “kOMPASSO” frana che è un piacere e reitera fino allo sfinimento i fraseggi chitarristici che Naldi sembra controllare con discreta sicurezza. “INkIOSTRO”, dal canto suo, somiglia tanto a un mare nero che fatica a mantenere a galla pesanti spettri post-rock.
I FULkΔNELLI dimostrano di sapere quello che fanno, e con questo esordio confermano che da queste parti (pensate all’Italietta d’oggi dei ragazzi che scaricano una marea di file e si perdono piccoli tesori come questo pensando forse più al look che alla sostanza) si fa sul serio. Ci auguriamo presto un seguito.
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