Regia: Stanley Kubrick
Anno: 1987
Titolo originale: Full Metal Jacket
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (8.4)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon Di tante presentazioni non credo abbia bisogno, tanto più che secondo me dispone dei sette minuti iniziali più conosciuti ed apprezzati della storia del cinema. Il (quasi) monologo del sergente Hartman è un qualcosa di inarrivabile, che racchiude alla perfezione lo stereotipo militarista e che nel corso del tempo è divenuto un vero e proprio cult. Kubrick ad anni di distanza dal termine della guerra in Vietnam dirige un film diviso nettamente in due parti. La prima di queste, relativa all'addestramento dei marines a Parris Island, è la più introspettiva e psicologica ed introduce la pellicola sulla guerra. La seconda, ambientata sul fronte a Da Nang (quindi niente giungla), è invece quella che fa di Full Metal Jacket un film di guerra. Lo stacco tra le due è deciso, ma in entrambe aleggiano i medesimi temi: l'assuefazione alla morte derivata dal progressivo distacco della mente umana dalla propria identità e l'odio nei confronti degli altri, siano essi commilitoni o nemici. I soldati si fondono nell'ambiente militare che li avvolge estraniandosi dalla realtà e vivendo la guerra anche con numerose contraddizioni personali. Basta pensare a Joker con la sua spilletta della pace e la scritta "born to kill" sull'elmetto. Strumenti di morte, forse alienati da un verso, ma che non sempre perdono la propria identità personale. Almeno non definitivamente e non completamente poiché sempre Joker abbandonando l'odio per il cecchino che ha ucciso l'amico Cowboy, ci regala un pietoso colpo di grazia. La parte riguardante l'addestramento è la mia preferita, non tanto per gli sproloqui coloriti e fantasiosi di Hartman, ma per tutto il contesto, quasi irreale e soprattutto pieno di contraddizioni. Si esaltano killer come quello della strage di Austin o Oswald che uccise Kennedy, in quanto macchine per uccidere, assassini psicopatici, creati dall'esercito. Insomma è la parte più genuina e diversa dal solito. La seconda è troppo in stile Apocalypse Now senza poterlo eguagliare. Nel complesso Kubrick però ci regala uno dei momenti più alti delle pellicole di guerra, da sempre punto di riferimento di questo genere. La versione bluray che ho è quella classica con un solo disco la cui qualità video full hd è la stessa di sempre (dai tempi dell HD DVD di riferimento). L'audio italiano è un Dolby Digital 5.1 che dà il meglio di sé nella seconda parte. Per chi vuole apprezzare Hartman in lingua originale potrà farlo con una traccia in PCM. Gli extra sono pochi (commenti, trailer e documentario "Tra il bene e il male" di trenta minuti) e non all'altezza di ciò che rappresenta la pellicola. L'interesse che ci gira intorno è molto, ma viene nutrito in maniera poco consona purtroppo.